Integrazione orizzontale, integrazione verticale, scatti di competenza per i cosiddetti meritevoli, nuclei di valutazione, organico funzionale e di rete, immissione in ruolo di 148mila precari o addirittura di 200mila, sembrano evocare le classiche, ma a quanto pare attualissime, gride manzoniane. Come nel ducato di Milano nel XVII secolo, così anche oggi nell’era del rottamatore, i provvedimenti di legge vengono gridati in pubblico. I tempi sono cambiati e le grida dei banditori di manzoniana memoria sono diventate grida digitali che volano attraverso la fibra ottica da Bolzano ad Agrigento in un battibaleno. Però un’analogia c’è, e sembra essere ogni giorno sempre più evidente: in entrambe le epoche si gridano provvedimenti inutili e si minacciano pene e castighi assai severi; ma poi naturalmente il tutto non viene quasi mai applicato e portato a termine a causa dell’inefficienza della macchina organizzativa e per la complessità del sistema.
Riuscire a fare tutto quello che è scritto nel documento scuola nel tempo di qualche mese, è tecnicamente impossibile. Si tratterebbe di cambiare totalmente l’impianto del contratto collettivo nazionale e del contratto di mobilità e dei regolamenti di reclutamento. Ed un Governo, ormai in carica da 8 mesi, che non è riuscito nemmeno ad attuare un regolamento del riordino delle classi di concorso, come disposto dall’art.64 della legge 133/2008, potrebbe mai essere in grado di attuare una rivoluzione copernicana come quella bandita nel documento “La buona scuola”? Francamente nasce più di un legittimo dubbio e ci vengono in mente le famose gride di memoria manzoniana.
Siamo ormai alle porte di novembre e ci dovrebbero già essere i primi incontri per parlare della mobilità per l’anno scolastico 2015/2016, come è pensabile che si possa fare un contratto di mobilità senza sapere quali saranno le norme legislative del prossimo anno scolastico? E poi non si dovrebbe intervenire legislativamente per cambiare la recente legge n. 5/2012 che all’art. 50 dispone un organico funzionale vincolato ai parametri della legge 133/2008 Gelmini-Tremonti?
E le conferenze Stato-Regioni ed anche quelle dei sindaci non dovrebbero mettersi già a lavoro per disporre le reti di scuole? Si tratta di una macchina pantagruelica, e non è davvero pensabile che tutto sia pronto per il prossimo anno scolastico. Forse se tutto continuerà ad andare nel verso delle riforme gridate dal governo Renzi, ma questo non è per nulla scontato, ci vorranno i fatidici 1000 giorni per rendere il tutto esigibile. Ma questo potrebbe dire che i contratti rimarranno bloccati oltre il 2020 ed allora realmente il personale della scuola cadrà in uno stato di povertà molto allarmante. Sarebbe tutto molto più semplice e lineare se si pensasse di rinnovare il contratto della scuola, troppo spesso evocato dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, ma mai rinnovato.
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