I frequentanti Pas, ormai alla fine del loro percorso abilitante, fanno i conti con un’amara realtà, segno del passaggio dei tre Ministri dell’istruzione che si sono susseguiti dal momento in cui i percorsi abilitanti speciali stessi sono stati prima dichiarati poi attivati.
Solo ora si chiariscono le vere motivazioni dell’attuazione dei Pas, legate al timore da parte del Miur di una possibile sentenza della Corte europea in favore dei precari, dato lo fruttamento reiterato nei confronti die docei assunti dalla III fascia delle graduatorie d’istituto.
La stessa “attenzione” è stata posta nei confronti dei diplomati magistrali, e abbiamo visto con quali risultati! I precedenti ministri Profumo e Carrozza si sono rifiutati di prendere posizioni e hanno permesso che fosse il ministro Giannini a portare a compimento massacro dei precari di terza fascia.
Ed ecco così apparire il 23 maggio 2014, nel generale stupore collettivo, il decreto per l’aggiornamento delle graduatorie di istituto, triennio scolastico 2014-2017.
Il Miur, il nostro “datore di lavoro”, ha aspettato di far partire i Pas, senza un coordimanemento, una supervisione, una giusta omogeneità nelle modalità e nei tempi di attuazione, nella totale disorganizzazione a livello nazionale, per poi improvvisamente svuotarli di valore, degradandoli, dequalificandoli e discriminandoli rispoetto ai Tfa ordinari, senza rispettare il fatto che siano frutto di due percorsi differenti, l’uno legato alla professionalità acquisita e riconosciuta degli stessi contratti di sottoscritti dai precari e dal Miur, gli uni e gli altri definiti da una normativa che li distingue per ovvie ragioni ma che oggi viene applicata in modo illegittimo. Molti docenti hanno scelto la via die Pas non perché fosse una ‘scorciatoia’ ma perché più consona, si pensava, alla propria condizione di lavoratori precari. Illusione pure questa, visto che i docenti sono stati vessati e sottoposti a maratone di ogni tipo, in termini di frequenza e di contenuti, decisamente inappropriati e inutilizzabili dal punto di vista pedagogico e didattico. Senza parlare del costo, anche superiore a quello dei Tfa, cosa questa tanto ingiustificabile quanto tutto il resto.
Con il decreto per l’aggiornamento delle graduatorie, tempestivo tanto da non permettere agli abilitandi dei Pas di potersi iscriversi nella II fascia, come si è sempre fatto, almeno con riserva, visto l’imminente acquisizione del titolo.
E quali garanzie si avranno, con questi continui voltafaccia del Miur sulla possibilità di poter utilizzare il proprio titolo, se non tra tre anni, al prossimo aggiornamento? In ogni caso, il punteggio assegnato al Pas, è un affronto all’impegno die docenti che li hanno frequentati, e viene molto spontaneo parlare di truffa, visto quanto abbiamo velocemente accennato.
Il ministro Giannini, se pure la problematica le sia stata presentata più volte, ha fatto orecchie da mercante, in totale spregio della legittimità della posizione di dipendenti del Miur dei docenti coinvolti dalla stessa, senza dare spiegazioni né sull’ apertura anticipata delle graduatorie d’istituto nè sul punteggio attribuito al Pas.
Coloro che si sono illusi di poter comunicare con il Ministero, indifferente persino all’aspetto umano, oltre che alla posizione professionale dei precari storici della III fascia d’istituto, si ritrovano con un pugno di mosche in mano. Ricordiamo che al momento, beffati dalle politiche del Miur non sono solo gli abilitandi Pas, ma anche tutti i docenti parcheggiati in scaglionamenti operati in moto talmente irrazionale da aver travisato buon senso e merito, e tutti i docenti con anni di servizio che non rientravano nelle strettoie del Miur per la frequenza dei Pas che, ricordiamo non sono una sanatoria, come l’anno voluta far passare, ma un’azione che ha messo il Miur al riparo dalle sanzioni europee. Categorie, queste ultime, mai menzionate in nessun tavolo di confronto tra il Miur e le parti sociali, nonostante che abbiano contribuito e contribuiscano al funzionamento quotidiano del sistema scolastico nazionale.
Con le promesse di un Ministro che ha dimostrato di non rispettare nessuno e che non conosce la realtà del reclutamento e della formazione dei docenti, ci troviamo a dover nuovamente ricorrere ai Tribunali per far valere i nostri diritti. Non soltanto il lavoro ma la dignità dei precari di III fascia è stata lesa.
Non possiamo stare a guardare!
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