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Le imprecisioni del Ministro (o del Ministero)

Un breve commento alle dichiarazioni del ministro Profumo di cui diamo conto in un apposito articolo è quasi inevitabile.
Ci sono diversi punti del discorso del Ministro che non convincono del tutto.
Intanto i dati sul numero delle scuole: Francesco Profumo parla di 10mila sedi, ma forse avrebbe fatto bene a precisare a quali ordini di scuole intendeva riferirsi perché secondo i dati più recenti riferiti al 2009/2010 la situazione è questa
 
Scuole
Scuole
statali
Scuole
paritarie
Infanzia
13.600
9.800
Primaria
16.400
1.500
Secondaria I grado
7.200
700
Secondara II grado
5.200
1.500
totale
42.400
13.500
 
In qualunque modo si aggreghino i numeri non si riesce a trovare un totale di 10mila sedi.
C’è poi la questione dei concorsi. Tralasciando ogni valutazione di carattere politico-sindacale resta il fatto che se davvero il Ministro vuole percorrere questa strada è bene che acceleri (e molto) i tempi. Emanare un bando di concorso non è una operazione semplice, soprattutto per i tempi necessari ad ottenere il visto del Ministero dell’Economia.
Senza trascurare il fatto che fra un mese si inizierà a parlare della finanziaria 2013 e, se il nodo concorsi non verrà affrontato in quella fase, l’avvio dell’operazione potrebbe slittare in autunno e a quel punto difficilmente i bandi sarebbero pronti entro il 2012.
Quanto alla dichiarazione che non c’è tempo per le riforme, c’è poco da dire: nulla di nuovo sotto il sole, dal momento che il Ministro non ha mai preso alcun impegno in questa direzione. Che poi i sindacati nutrissero speranze su questo, è un’altra faccenda.
Ma, l’affermazione che più di altre dimostra, a nostro parere, la distanza siderale del Ministro rispetto ai problemi quotidiani della scuola reale è un’altra. Francesco Profumo ha parlato della possibilità di tenere aperte le scuole fino alle 23 in modo da trasformarle in luoghi di incontro.
L’intento è assolutamente nobile, per carità, ma ci pare che si tratti di un sogno del tutto irrealizzabile, almeno per ora.
Si è chiesto per esempio il Ministro con quale personale si tengono aperte le scuole dopo il termine delle lezioni?
Forse il Ministro non sa che l’attuale contratto nazionale prevede specifici compensi per il servizio svolto in orario serale. Non solo, ma le norme attuali hanno anche previsto il blocco dei fondi per la contrattazione integrativa.
Ci sono precedenti illustri: il ministro Fioroni aveva lanciato il progetto "Scuole aperte" finanzlandolo con i fondi della legge 440. Ma, come è noto, questi fondi sono ormai stati dirottati altrove e i pochi che sono rimasti sono del tutto ridicoli (1,5 euro per alunno nel 2011).
Insomma, le dichiarazioni del Ministro – almeno in questa circostanza – appaiono improntate ad una non perfetta conoscenza del nostro sistema scolastico. Nulla di male, per carità: i Ministri non possono e non devono essere onniscienti, ma forse gli uffici di Viale Trastevere dovrebbero fornire loro dati un po’ più precisi.
 
Reginaldo Palermo

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