Dare conto delle dichiarazioni del ministro Stefania Giannini in merito alla firma dell’accordo Aran-sindacati sugli scatti stipendiali è davvero difficile, quasi imbarazzante.
Al di là della rituale espressione di “soddisfazione” per l’accordo sottoscritto fra le rappresentanze sindacali e la parte pubblica, c’è un punto che lascia davvero perplessi: “Il governo ha mantenuto uno dei primi impegni presi dopo il suo insediamento”.
Su questo punto, purtroppo, la Giannini dimostra di avere memoria molto imprecisa e quindi è bene ricordare come stanno le cose, giusto per ripristinare la verità storica.
La decisione di adottare un decreto legge finalizzato al recupero degli scatti di anzianità venne assunta nel Consiglio dei Ministri del 17 gennaio 2014, su proposta – tra gli altri – del Ministro dell’istruzione che all’epoca era ancora Maria Chiara Carrozza.
Il relativo decreto legge è appunto il numero 3 del 23 gennaio che reca le firme del presidente Napolitano oltre che del presidente del Consiglio Enrico Letta e dei Ministri Carrozza, Saccomanni e D’Alia.
Stefania Giannini è diventata ministro dell’Istruzione alla fine del mese di febbraio quando il decreto n. 3 era già stato trasmesso alle Camere per la conversione in legge.
In cosa consisterebbe dunque l’impegno “mantenuto” da lei e dal suo Governo?
Nell’aver applicato la legge di conversione votata dal Parlamento?
Suvvia, cerchiamo di essere seri!
Ma il nostro Paese è ridotto così male da doversi bere simili sciocchezze?
Come dire che basta non prendere tangenti per essere un buon politico?
Sull’accordo siglato oggi torneremo comunque nelle prossime ore perché il testo è a dir poco allarmante e – oltretutto – in netta controtendenza con le stesse dichiarazioni che il la Giannini va facendo un giorno sì e l’altro pure: il fondo di istituto è ormai ridotto a brandelli; ma la cosa più grave è che a partire dal prossimo anno le risorse per retribuire le funzioni strumentali saranno poco più che simboliche. Peccato che la Giannini continui a raccontare che bisogna premiare l’impegno e i docenti che più di altri si danno da fare per migliorare l’offerta formativa della scuola.
Insomma, coerenza e idee chiare!