A rilevarlo sono i dati sulle competenze degli alunni italiani registrati e pubblicati dall’Ocse e che potrebbero essere sintetizzati, come riporta Il Corriere della Sera: meglio delle ripetizioni farebbe lo psicologo.
Infatti il cattivo andamento dei ragazzi in matematica dipenderebbe soprattutto dall’ansia e dall’insicurezza, che fra l’altro nelle ragazze inciderebbe di più.
Per l’Ocse-Pisa, scrive Il Corriere, i ragazzi ansiosi hanno mediamente un rendimento in matematica così basso da poter essere considerati dei ripetenti: è come se fossero un anno indietro rispetto ai loro coetanei più «coraggiosi». Tre studenti su cinque temono il confronto in classe tra la loro performance e quella dei compagni e uno su tre non riesce a fare i compiti perché «bloccato».
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Tuttavia la vera singolarità di questo rapporto consiste nel fatto che i ragazzi non reggono il confronto con i compagni e nelle classi in cui ci sono ragazzi/e con risultati buoni, gli altri tendono ad avere rendimenti più scarsi che se fossero in classi meno competitive.
Una conferma che i problemi con la matematica non riguardano la preparazione ma le relazioni interpersonali. Lungi dal consigliare classi separate a seconda delle capacità/competenze dei ragazzi l’Ocse punta invece il dito sugli insegnanti: è testimoniato dai dati raccolti che le classi in cui gli insegnanti motivano gli studenti, danno un riscontro dei punti di forza e di debolezza dei ragazzi, e li consigliano su come fare a studiare ottengono complessivamente risultati molto migliori.