Ci saranno almeno 2,5 milioni di posti di lavoro, più della metà saranno frutto dei pensionamenti, il resto saranno nuovi posti.
Con i laureati e i diplomati che saranno tra i profili più ricercati perché saranno quelli colpiti di meno dall’automazione nel lavoro.
Secondo quanto riporta l’analisi realizzata da Unioncamere, Anpal e Sistema Informativo Excelsior, tra il 2018 e il 2022 il mercato del lavoro avrà bisogno di 778 mila laureati.
In media ogni anno ne serviranno oltre 155 mila. Un fabbisogno che sarà costituito per il 42 per cento da dipendenti nel settore privato, per un terzo da dipendenti nel settore pubblico e per un quarto da autonomi.
Fatta eccezione per l’insegnamento, in cui si prevedono molti nuovi ingressi, le prime posizioni sono occupate dalle lauree scientifiche, come matematica, statistica, fisica o informatica.
Si conferma vincente la scelta di studiare Ingegneria, facoltà che presenta una reperibilità alta per i nuovi laureati e che garantisce tassi di occupazione sopra il 90.
Buone chance poi per Medicina e per tutte le professioni sanitarie, per via dei futuri pensionamenti in programma negli ospedali.
In difficoltà invece gli iscritti ad Agraria.
Anche per gli umanisti esistono buone prospettive di trovare lavoro.
I tassi di occupazione di questa fascia di laureati, infatti restano buoni: molto dipenderà da quale laurea si sceglierà. Spazio agli esperti di lingue in particolare chi conosce lingue complesse come il cinese o il russo. Arrancano invece gli avvocati, così come gli architetti.
L’industria manifatturiera nel suo complesso avrà bisogno di un numero di occupati compreso tra le 333 mila e le 471 mila unità per far fronte alle esigenze di sviluppo produttivo.
Digital Transformation ed Ecosostenibilità alimenteranno i piani occupazionali delle imprese, rappresentando circa il 30% del fabbisogno occupazionale previsto per i prossimi 5 anni.
Nel dettaglio, le imprese ricercheranno tra 210mila e 267mila lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali o 4.0.
Fra le figure professionali emergenti, maggiormente richieste sul mercato, gli esperti nell’analisi dei dati, nella sicurezza informatica, nell’intelligenza artificiale, nell’analisi di mercato (definiti anche nella domanda delle nuove professioni come Data Scientist, Big Data Analyst, Cloud Computing Expert, Cyber Security Expert, Business Intelligence
Analyst, Social Media Marketing Manager, Artificial Intelligence Systems Engineer)
Le imprese della filiera “Salute e Benessere” esprimeranno nei prossimi 5 anni un fabbisogno occupazionale che potrà variare fra 323mila e 357mila unità, ricercando prevalentemente medici, infermieri, fisioterapisti e tecnici di laboratorio medico.
La filiera “Education e cultura” esprimerà, nei 5 anni, un fabbisogno compreso fra 134mila e 194mila unità e sarà rivolto prevalentemente a figure quali docenti, progettisti di corsi di formazione, traduttori, progettisti e organizzatori di eventi culturali, esperti in comunicazione e marketing dei beni culturali.
La filiera della “mobilità e logistica” sarà alla ricerca di un numero di lavoratori compreso fra 78mila e 99mila. Le principali professioni ricercate saranno gli addetti alla logistica, siano essi magazzinieri che responsabili di reparto, i controllori del traffico aereo, navale e ferroviario e i conducenti di mezzi pesanti.
Infine, la filiera “Energia”, con un fabbisogno compreso fra 38mila e 41mila unità, richiederà in particolare tecnici alla produzione di energia elettrica, addetti ai controlli chimici e conduttori di impianti di recupero e riciclaggio dei rifiuti e trattamento e distribuzione acque.
La quota maggiore dei fabbisogni previsti è destinata ai laureati dell’area economico-sociale (il 25%) pari a 191mila nuovi ingressi, di cui 151mila del gruppo economico-statistico e 40mila dell’indirizzo politico-sociale.
Poco inferiore il fabbisogno di laureati dell’area umanistica (185mila, pari al 24%). Rientrano anche i laureati in scienze motorie (10.300), insegnamento (81.600), letterario (42.100), linguistico (34.200) e psicologico (17.200).
In terza posizione i 142mila laureati dell’area ingegneria-architettura, seguiti da quelli dell’area medico-sanitaria (137mila).
Le maggiori opportunità in termini di tasso di fabbisogno – in base a quanto segnalato da Il Sole 24 Ore – dovrebbero riguardare l’indirizzo insegnamento e formazione che a fronte di un valore medio del fabbisogno di tutti i laureati pari a 3,1%, potrebbe far registrare un tasso a 7,3%.
La richiesta più alta arriva anche dagli indirizzi statistico (5% il tasso di fabbisogno), ingegneria (4,2%), economico (3,8%), medico-sanitario (3,6%), chimico-farmaceutico (3,3%) e scientifico-matematico-fisico (3,1%).
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