Fratelli d’Italia si indigna e presenta una interpellanza parlamentare al ministro Valditara contro una scuola dove è stato avviato un progetto sulla parità di genere e per la riduzione delle disuguaglianze, introducendo degli incontri di danza Voguing, che oggi è il simbolo della lotta per la parità di diritti della comunità Lgbtqia+. La docente che ha ideato il progetto ha comunicato agli studenti iscritti che le prime lezioni di ballo si incentreranno sullo scambio di ruoli, uomo e donne si vestiranno del sesso opposto.
L’interrogante di Fratelli d’Italia ha spiegato, fra le altre cose, che tale progetto “è inaccettabile e lesivo delle libertà personali, perché obbligherebbe dei ragazzi minorenni a seguire un corso in cui ci si scambiano ruoli e vestiti e dal quale non sarebbe possibile nemmeno astenersi e che sembra possa influire addirittura sulle valutazioni finali dell’andamento scolastico”.
E poi aggiunge: “Questi tipi di progetti non sono altro che l’ennesimo tentativo di inculcare e diffondere la teoria gender nelle scuole. Un metodo che lede gravemente la libertà educativa dei genitori”.
Anche se è difficile capire in che modo leda la libertà educativa dei genitori, visto che si cerca di rendere di più facile comprensione la condizione uomo-donna smussando le sue marcate differenze che, se non bene considerate, poi magari sfociano negli odi di genere e nella cultura della sottomissione femminile, ci viene da riflettere che nulla è stato detto dalla destra quando il ministro ha proposto di sottrarre alla educazione della famiglia il ragazzo violento imponendogli, non una punizione nata all’interno degli organismi scolastici, ma quella dei servizi sociali. Che sono di pertinenza dello Stato e non delle libertà educativa dei genitori.
Allo stesso modo, nessuno della destra ha detto nulla, allorché il vicepresidente del consiglio, Salvini, ha dichiarato che sarebbe indispensabile per l’educazione dei ragazzi fare svolgere il servizio militare obbligatorio per un anno. Nelle caserme, insomma, dove qualunque idea di libertà è sottoposta all’obbligo dell’obbedienza al diretto maresciallo che impone le regole a sua volta imposte dal suo diretto superiore e così via.
In ogni caso appare chiaro che trattandosi d’un progetto, quello sulla parità di genere proposto dalla scuola, non c’è obbligo di frequentarlo e dunque le famiglie possono liberamente decidere di non iscrivere i propri figli.
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