Categorie: Riforme

Le lezioni riprese tra drappi neri e striscioni: ma il Governo tira dritto

Fasce, drappi e grembiuli neri, cappelli da asino, volantini e striscioni per dire no a tagli, maestro unico ed in generale alle iniziative unilaterali intraprese dal Ministro Gelmini. Così è iniziato l’anno scolastico 2008/09, con i docenti protagonisti della protesta in un clima di tensione e rivendicazioni che annunciano una fine d’estate ed un inizio d’autunno davvero ‘caldi’. Il 15 settembre, giorno di avvio scolastico per l’80 per cento delle regioni, questo tipo di manifestazioni si sono svolte in diversi istituti: le più “sentite” in Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, Toscana, in Liguria, nelle Marche, ma anche nel Veneto, in particolare, a Venezia.
Il clou della contestazione si è svolto però a Roma, dove secondo i sindacati sono stati coinvolti almeno settanta istituti. Tra questi la “Iqbal Masih”, una scuola primaria del quartiere Casilino 23, che nei giorni scorsi aveva dato vita anche al ‘coordinamento cittadino degli insegnanti e dei genitori contro il maestro unico’. Diverse mamme hanno accompagnato i figli indossando la maglietta “Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini”; ed il collegio dei docenti ha avviato una serie di dibattiti ed incontri pomeridiani che si protrarranno per tutta la settimana.
La mobilitazione ha probabilmente avuto un esito superiore alle aspettative, esplicitate nei giorni scorsi, all’indomani dell’approvazione del decreto legge 137, attraverso un vero e proprio tam tam via internet. A promuovere le proteste erano stati alcuni coordinamenti ed associazioni dei docenti, in prevalenza precari, che avevano comunque scelto colore nero non certo per motivi messaggi ideologici.
“Quel che si vuole trasmettere a tutti gli utenti della scuola, studenti e genitori, ma anche a tutti coloro che operano negli istituti, – hanno fatto sapere gli insegnanti attraverso i forum – è solo l’esigenza di rappresentare l’attuale stato d’animo dei precari. Fatta di mortificazione, angoscia, frustrazione, sostengono gli stessi docenti non di ruolo. il colore nero è perchè siamo in lutto, perchè sta morendo la scuola italiana”.
Come previsto, anche gli studenti aderenti all’Unione degli studenti hanno portato avanti la loro contestazione (non solo contro i tagli, ma per ribadire il no pure al ritorno del voto di condotta, che reputano un colpo di spugna incurante dello Statuto degli studenti e delle studentesse): volantinaggi – con scritto “Jurassic school, benvenuti nella scuola del passato” – sono stati distribuiti in molti istituti superiori della capitale.
L’Unione degli Studenti ha esposto anche dei grandi striscioni a piazza del Popolo (dalla Terrazza del Pincio), a via Cavour e vicino l’ Isola Tiberina, con sopra scritto “Non è che l’inizio – 10 ottobre mobilitazione nazionale studentesca”. Secondo Roberto Iovino, coordinatore nazionale UdS, è ormai chiaro il Ministro vuole riportare la scuola italiana indietro di vari decenni allontanandoci dal resto dell’Europa, come dimostra la riduzione di fatto dell’obbligo scolastico, il taglio drastico di investimenti, il ritorno al maestro unico alle elementari e al voto di condotta”. Gli studenti hanno anche inscenato un particolare sit-in a viale Trastevere davanti al ministero: circa venti ragazzi hanno indossato delle orecchie d’asino di cartone con, davanti a tutti, uno studente vestito solo di mutande e canottiera per sottolineare la “povertà della scuola pubblica”.
Il responsabile dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha espresso un severo giudizio per le iniziative condotte, soprattutto da parte dei docenti della primaria: “È vergognoso strumentalizzare i bambini per cavalcare proteste che sono solo politiche. Per tutti i bambini – ha detto Gelmini – il primo giorno di scuola è una festa, un momento di gioia e allegria, non certo un’occasione per terrorizzarli”.
“Sembra – ha continuato il ministro – non conoscere limite, invece, l’opera di disinformazione e allarmismo messa in piedi da chi difende lo status quo di una scuola che per come è strutturata oggi non può avere un futuro. La scuola non può essere utilizzata come un luogo di battaglie politiche”.
I prossimi giorni saranno contrassegnati ancora da iniziative di protesta e scioperi. Contro la riduzione di organico (almeno 130 mila posti in tre anni) e le diverse novità introdotte dal ministro Gelmini i sindacati Confederali attendono l’esito dell’incontro di venerdì a viale Trastevere. Alcune rappresentanze sindacali ed associazioni di docenti hanno però già organizzato un fitto programma di scioperi. E il 16 e 17 settembre, durante la discussione del dl 137 in Commissione Cultura alla Camera, ci sarà un sit-in: accanto ad associazioni, coordinamenti e sindacati si ritroveranno anche diversi esponenti dell’opposizione. Che però, numeri alla mano, anche se compatta, non basterà a fermare l’iter di trasformazione del decreto in legge.
Anche perché il Governo non sembra affatto voler fare marcia indietro sulle decisione intraprese. Il piano di revisione del Ministro può infatti anche contare sul pieno appoggio del premier Silvio Berlusconi: le contestazioni contro il Ministro “sono organizzate da minoranze”, ha detto il Presidente del Consiglio durante la trasmissione ‘Porta a Porta’ confermando a Gelmini il suo pieno sostegno.
“Con l’abolizione del maestro unico gli alunni non avevano più un punto di riferimento e crescevano gli insegnanti mentre gli alunni diminuivano con costi superiori del 20-30% a quello che dovrebbe costare la scuola elementare. Con il ritorno al maestro unico – ha spiegato Berlusconi – si torna ai costi giusti e non è vero che non si insegneranno le lingue e che diminuirà il tempo pieno: anzi, aumenterà del 50%”. Per il premier la riforma delle primarie è quindi “assolutamente positiva”, anche grazie agli altri aspetti più “simbolici” come “la divisa che fa sentire i ragazzi tutti uguali, il voto in condotta e i giudizi espressi con i voti”. Il messaggio che arriva dal Governo è chiaro: i tagli in Finanziaria ha già ricevuto l’ok prima della pausa estiva, mentre il decreto 137 sul voto di condotta e il maestro unico presto saranno legge dello Stato.
 
Alessandro Giuliani

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