Introdotte già dal 2006, oggi le Lim avrebbero raggiunto il ragguardevole numero di oltre 30 mila (solo il 39% dei docenti però ne ha una a disposizione nella propria aula, mentre il resto deve condividerne pochi esemplari con tutta la scuola) e dai dati resi noti da Eurisko sembra proprio che siano graditi al campione dei 300 professori (età media 48 anni con 17 anni in media di anzianità) scelti per il sondaggio nella secondaria di primo grado e sparsi per tutto il territorio nazionale.
“L’obiettivo, in futuro, è quello di estendere il progetto anche alle scuole superiori e al punto di vista degli studenti”. Hanno spiegato i responsabili del sondaggio.
“Sono emersi tre gruppi di docenti. Il primo (35%) è quello più in difficoltà, formato da gente che ha un approccio ridotto alla tecnologia. Il secondo (29%) è abbastanza digitalizzato e, usando la tecnologia, crea da sé il materiale per le lezioni. Il terzo (35%) non ha una passione personale per la tecnologia, ma ne riconosce il valore a scuola e ne fa un uso mirato”. La maggior parte degli insegnanti (70%), qualunque sia il grado di digitalizzazione, usa aggettivi positivi per descrivere la propria esperienza con la Lim. Solo il 30 per cento parla di “paura di non saperla gestire”, “preoccupazione”, “titubanza”.
Inoltre l’85 per cento dei professori intervistati sostiene che insegnare, oggi, è molto più difficile di un tempo e che la Lim, nel quadro attuale, rappresenta un’opportunità. Questa lavagna, spiegano, riesce a catalizzare di più l’attenzione degli alunni, a coinvolgere anche i ragazzi stranieri che ancora non capiscono bene la lingua, a gestire meglio chi ha difficoltà a livello di apprendimento.
Bilancio positivo dunque per il 91% dei professori che giudicano la Lim adatta a ogni materia benché serve più formazione.
Il 91 per cento ha dichiarato di aver partecipato a dei corsi e il 79 per cento vorrebbe farne altri.