Il Movimento 5 Stelle vorrebbe rilanciare la scuola in modo ben diverso da quello proposto sino ad oggi dal Governo Renzi. All’interno di un video pubblicato sul sito dei parlamentari del M5S, la deputata Silvia Chimienti illustra punto per punto tutte le differenze tra il “Patto educativo” del Governo Renzi e la proposta di assorbimento del precariato, di riforma del sistema di formazione e reclutamento docenti del M5S.
Sono diversi i punti di divisione e contrasto tra le due proposte: dal piano di assunzioni alle modalità per realizzarlo, dalla gestione delle supplenze brevi al ruolo dei dirigenti scolastici.
Questi i punti salienti della proposta dei “penta stellati”. Invece di 148mila docenti da assumere entro un anno, molti dei quali con la prospettiva di essere assunti a centinaia di chilometri da casa, la proposta dei “grillini” prevede l’immissione in ruolo di 300mila docenti in 5 anni: prima dalle GaE e poi dalle graduatorie d’Istituto, al ritmo di 60mila l’anno.
Se poi i precari della seconda e terza fascia sono considerati da Renzi “nemmeno precari”, il M5S “li considera una risorse e non un fardello di cui liberarsi”. Tra le proposte c’è anche quello di andare in pensione a 60 anni, di allestire non più di 20 alunni per classe e ripristinare il tempo pieno alla primaria.
Nessuna apertura alla chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici, ma assunzione su ambiti territoriali. Largo poi ad un concorso pubblico annuale aperto a tutti i laureati, sulla base dei posti effettivamente disponibili, per far immettere i ruolo i vincitori “entro tre anni”, dopo un tirocinio retribuito.
L’on. Chimienti riserva poi la “stoccata” finale al duo Renzi-Giannini, rei di aver proposto una bozza di riforma già decisa prima “ai piani alti. Teniamo a sottolineare – afferma Chimienti, prima firmataria della proposta di legge – che noi e il Governo abbiamo seguito due strade opposte per arrivare alla proposta: il M5S ha ragionato per un anno fianco a fianco con migliaia di docenti per elaborare il testo di legge, mentre il Governo ha dapprima confezionato il suo Piano Scuola, e poi lo sottoporrà a consultazioni farsa, se è vero come già dichiarato dalla Giannini che le linee fondamentali comunque vada non cambieranno”.