Vincenzo Musacchio, giurista e presidente dell’Osservatorio Antimafia del Molise, recentemente, ha lanciato l’allarme contro l’indifferenza e sul silenzio che dilaga quando si parla di mafie e sul che rischio di trasmettere ai ragazzi questi comportamenti particolarmente pericolosi.
Queste le sue parole: ”Stiamo perdendo il senso della legalità, la misura, il peso, il valore delle regole. Le leggi sono i capisaldi di una collettività e se diventano solo forma senza sostanza, possono essere ritenute facilmente trasgredibili.
Bisogna saper insegnare ai nostri giovani il senso della legalità e soprattutto far cessare il vento di silenzio e d’indifferenza che è diventato veramente intollerabile quando si parla di mafie. Si sente tangibile attorno a noi l’indifferenza verso l’argomento a ogni livello. Perché è così difficile poter scrivere e parlare di mafie? E’ un tema così ostico? Parlare di mafie dovrebbe essere un dovere civico di ognuno di noi. È di pochi giorni fa la notizia di quel killer che a Napoli per uccidere un associato di un clan rivale colpisce quasi a morte una bambina di soli quattro anni che si trovava lì per caso con la nonna.
Non ci rendiamo conto – perché ormai indifferenti a tutto – a che livelli ci abbassiamo. Peggio degli animali che hanno la fortuna di non uccidersi tra loro per futili motivi o per denaro.
Le parole di Peppino Impastato, “la mafia uccide il silenzio pure”, dovrebbero essere scritte all’ingresso di ogni scuola perché il messaggio terrificante è che stiamo educando una gioventù all’indifferenza. Il motivo? Perché abbiamo perso il senso della legalità. I veri valori della vita li abbiamo inesorabilmente persi”. La lotta alle mafie non è cosa semplice.
L’unico rimedio, ancora una volta, è l’educazione che ci proviene dalla famiglia e dalla scuola: dobbiamo trasmettere l’idea che le mafie sono il male assoluto. E’ indispensabile l’impegno sociale di ciascuno di noi. Questo cancro in continua metastasi si può combattere solo contrapponendo un’altra cultura, quella della legge, della verità e della giustizia.
Dobbiamo educare al rispetto delle regole: oggi regna l’idea che le regole non siano importanti, che siano un fatto trascurabile. Non è così: le regole hanno il potere di cambiare una società, ma con la stessa facilità la loro violazione o peggio il messaggio che sono inutili e trasgredibili possono distruggerla inesorabilmente.
Diffondiamo questo messaggio e come diceva Paolo Borsellino: “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”.
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