Spett. Redazione,
insegnante di francese rientrata il primo di aprile con demansionamento e un orario di 36 ore invece delle 18 previste, osservo con perplessità che i pareri dei giudici del lavoro e dei tribunali delle varie province d’Italia non offrono uniformità di giudizio su situazioni simili alla mia.
Se la fine dello stato d’emergenza e dell’obbligo del Green Pass è stata decretata da tempo, essere ancora considerata non idonea all’insegnamento e diseducativa mi risulta alquanto assurdo per non dire ridicolo.
Confinata in una piccola biblioteca liceale dove non batte mai il sole, sono circondata da migliaia di libri e provo paradossalmente una sensazione di piacere nel costeggiare tanto ingegno umano e una di disagio nel vederlo rinchiuso su degli anonimi scaffali invece di espandersi all’esterno per ravvivare il lume della ragione, quello che consente interrogativi, dubbi e dibattiti e dare nuovo impulso alla fiamma del cuore che affianca ogni ragionamento con intuizione e buon senso.
Mentre chiudo i “Pensieri” di Pascal, che oggi mi hanno allietata, non mi rassegno e continuo la mia resistenza per la libertà di pensiero e di scelta, scrivendo queste poche e modeste parole affinché arrivino, oltre queste mura, il più lontano possibile.
Giulia Deon
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