Home Attualità Le norme sulla disabilità del decreto 71 sono un prodotto geneticamente modificato

Le norme sulla disabilità del decreto 71 sono un prodotto geneticamente modificato

CONDIVIDI

Dal prof. Salvatore Nocera, noto esperto di disabilità e inclusione, riceviamo e pubblichiamo.

Il Parlamento ha quasi finito di approvare il DL n. 71 /24 che contiene alcune norme , in particolare gli articoli 6,7 ed 8 concernente l’iclusione scolastica degli studenti con disabilità.
In particolare l’art 6 prevede il conseguimento della specializzazione per il sostegno ai docenti che hanno svolto supplenze di sostegno senza specializzazione per almeno 3 anni. Essi acquisiranno la specializzazione seguendo 30 CFU ( crediti formativi universitari mediamente di 7 ore ciascuno ), leggendo su apposito sito dell’INDIRE( istituto
nazionale per l’innovazione, la documentazione e la ricerca educatiba).
Non condivido personalmente tale norma per le seguenti ragioni:
1- La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità , ratificata dall’Italia con l.n. 18/09 all’art. 4 comma 3 stabilisce che le norme concernenti le persone con disabilità debbono essere emanate, sentite le organizzazioni di tali persone maggiormente rappresentative; l’art 15 del DLGS n. 66/17 stabilisce che tutte le norme concernenti gli studenti con disabilità vengono emanate sentito l’Osservatorio nazionale sull’inclusione scolastica operante presso il Ministero del’Istruzione. Il DL 71 è stato emanato ignorando tali norme.
Il Ministro del’Istruzione e del Merito nell’audizione alla Camera del 13 Giugno 2024 ha dichiarato, a nome del Governo, che prima dell’inizio delle procedure sarà sentito tale Osservatorio; esso però è scaduto nell’Aprile 2024 e non è stato ancora ricostituito.
La FISH ( federazione italiana per il superamento dell’handicap) ha inoltrato richiesta di “audizione“ alla
Commissione della Camera, inviando una “ Memoria contenente alcuni emendamenti relativi all’aumento del numero dei CFU; ma non è stata audita., né i suoi emendamenti approvati.
2- In aggiunta a questi aspetti formali,tranne l’ultimo, la SIPES (Società italiana di pedagogia speciale) ha espresso pubblicamente parere negativo su tale norma che riduce profondamente i contenuti della specializzazione. A tale importante parere si sono aggiunti quelli di molti docenti universitari .
3- Molte famiglie di studenti con disabilità hanno espresso i loro timori su tale articolo 6, temendo l’immissione
in ruolo di numerosissimi docenti così specializzati .4-. il Ministro, sempre a nome del Governo, ha dichiarato che questa specializzazione è resa necessaria per accogliere la richiesta delle associazioni di colmare il vuoto di quasi un terzo degli attuali circa 22000 docenti di sostegno non specializzati. Però circola da tempo una PdL della F I S H che prevede un aumento a 120 CFU da svolgersi in due anni (uno dei quali abilitante) della specializzazione di sostegno, proprio per garantire agli attuali titoli di specializzazione annuali un vero valore “polivalente” ( seriamente utile per tutti gli studenti con diversi problemi di disabilità; questo art 6 va in palese ed eclatante controtendenza alle richieste delle
famiglie e delle loro associazioni, che chiedono la qualità, unitamente alla quantità.
E la quantità continuerà ad essere incolmabile se non verrà approvata la “ apposita classe di concorso per il
sostegno” prevista dalla PdL della FISH, che ridurrà enormemente l’emorragia annuale di circa 10.000
docenti di sostegno di ruolo su cattedra comune.
Nulla dico adesso sull’art7 relativo alla convalida dei titoli di specializzazione conseguiti all’estero, poiché mi auguro che l’apposita commissione che il MIM nominerà vorrà assicurare una seria attenzione nel definire i criteri di convalida; né ho rilievi per l’art. 8, che invece ho strenuamente difeso, insieme ad altri, ringraziando il Ministro, perché veramente
risponde ad una pressante richiesta delle famiglie di continuità didattica dei supplenti di sostegno, che anzi , sulla base della PdL della F I S H, auspico avvenga pure per i docenti di ruolo per una sempre migliore qualità dell’inclusione scolastica.

A proposito di essa, il prof Dario Ianes, ben noto nel nostro mondo della disabilità e pure fuori (ma del quale non condivido le accuse alle associazioni ), ha felicemente definito tale inclusione come “il DNA della scuola italiana”. pertanto ritengo questo art 6 come “un prodotto geneticamente modificato” che danneggia questa grande ed innovativa “specialità italiana”.