Chi è colto in fragranza rischia ora il licenziamento, con sospensione in 48 ore e uscita in 30 giorni. E’ questa una delle maggiori novità della stretta in arrivo con il decreto di riforma del testo unico del pubblico impiego pronto per approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri.
Il provvedimento intende porre rimedio soprattutto ai fenomeni di assenteismo anomalo e cioè sia ai furbetti del cartellino, sia a quelli del fine settimana, che si ammalano cioè sempre di venerdì o di lunedì sarà dedicato un maggiore focus. Si tratta di fenomeni nei cui confronti non sussistono strumenti di contrasto ad hoc e che troveranno spazio nel decreto attuativo in discussione in questi giorni su proposta della ministra Madia.
Le procedure, si legge su Adnkrons, si estenderanno a tutte le condotte punibili con il licenziamento e colte in flagranza. E cioè oltre alle assenze ingiustificate, anche alle violazioni gravi e reiterati dei codici di comportamento; alla ripetuta valutazione negativa; ai falsi documentali; ecc. I procedimenti disciplinari veloci saranno applicati anche ai dirigenti nel caso di mancato esercizio, per dolo o colpa grave, dell’azione disciplinare. Si ridurranno, infine, i termini per i procedimenti disciplinari ordinari, passando così da 120 a 90 giorni.
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La riforma, riporta sempre Adnkronos, ribadisce che per gli statali continuerà ad applicarsi l’articolo 18 ma con qualche correttivo.
Tra questi, ad esempio, il fatto che i ‘vizi formali’ non faranno decadere l’azione disciplinare e in presenza di ‘prove schiaccianti’ nel giudizio penale, la P.A. potrà proseguire il giudizio disciplinare nei confronti del dipendente senza dover attendere la fine del processo. Inoltre, se il giudice annulla il licenziamento per violazione del principio di proporzionalità (ossia per eccesso della sanzione irrogata), il procedimento disciplinare potrà riattivarsi entro 60 giorni.
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