La revisione delle classi di concorso, che sarebbero la causa dello slittamento del bando di concorso, è finalmente pronta.
Tuttavia, sottolinea Il Fatto Quotidiano, neanche il tempo di approvare il nuovo schema e la riforma è già da rifare: il testo sarebbe “anacronistico” e avrebbe “una carica innovativa molto modesta”. Così modesta e anacronistica che si pensa già di mettere appunto un’ulteriore revisione entro fine 2016. Con propositi davvero rivoluzionari, come ad esempio il riordinamento delle classi per materie e non più per gradi di istruzione.
Intanto, nonostante tante debolezze, i muscoli del governo si stanno riscaldando per dar via definitivo all’iter concorsuale.
I tecnici del Miur infatti hanno finito di limare gli ultimi dettagli. Lo schema approderà in Consiglio dei Ministri alla prima data utile, martedì o venerdì, e quindi partirà il concorso per 63700 posti, ma entro fine anno. Sui contenuti però c’è ancora maretta: “Le condizioni che avevamo posto sono state rispettate”, spiega Maria Grazia Rocchi, deputata Pd relatrice del testo in Commissione. “In particolare ci premeva la tutela degli abilitati: adesso nel testo è esplicitato che chi si è già abilitato in una classe, potrà partecipare al concorso sulla nuova classe derivante. È un passo avanti decisivo”.
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“In realtà dal Ministero ci saremmo aspettati qualcosa di un bel po’ più moderno”, prosegue la Rocchi. “Sono state inserite le discipline nate dai recenti riordini, alcune sono state accorpate, altre eliminate. Ma di fatto si tratta sempre del vecchio schema, solo un po’ modificato. Siamo ancora indietro di decenni”.
Il provvedimento, scrive a questo punto Il Fatto, è datato al 1989, ritoccato poi nel ’98. Di una revisione si era parlato per anni, ma le conclusioni non sono all’altezza delle aspettative.
“Probabilmente le operazioni sono state condizionate dal concorso imminente. Ci rendiamo conto che c’erano delle scadenze da rispettare: le nuove classi servono per il bando e anche per i prossimi cicli di Tfa. Ma quando la ‘Buona scuola’ andrà a regime, saranno già desuete rispetto ai nuovi organici funzionali. Che ci siano dei problemi lo si è visto anche nel corso del piano straordinario di assunzioni, e questa bozza non ci pare in grado di risolverli”.
Nei piani del Partito Democratico c’è un’ulteriore revisione, stavolta più radicale, per costruire uno schema su principi pedagogici moderni, in linea con l’ultima riforma. Ancora presto per dire con certezza quali.
Ma ilfattoquotidiano.it sembra anticipare alcune linee guida: tra le grandi novità, il riordino per materie più che per gradi di istruzione. Le nuovi classi potrebbero accorpare medie e superiori ed essere più specializzate sulle singole discipline, con la separazione di matematica da scienze, o storia da filosofia.
Nel concreto: non esisterebbero più la A-19 (Filosofia e storia alle superiori) e la A-22 (Italiano, storia e geografia alle medie), ma una nuova classe specifica per la storia, con la possibilità di insegnare su più ordini di scuola. Ma sono solo esempi.
“Tutto ovviamente è da discutere con il Consiglio Universitario Nazionale, atenei, associazioni di categoria”, aggiunge la Rocchi. Ci sono già delle tempistiche: fine 2016, massimo estate 2017, in modo da avere il nuovo schema per l’entrata in vigore del nuovo sistema di formazione e reclutamento dei docenti.
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