Sembrerebbe un vero e proprio boom per gli oratori che, venendo incontro alla generazione 2.0 sempre più tecnologizzata, oggi sono diventati anche social.
‘Piazze aperte’ al Nord dove ormai si registra la presenza di un oratorio in ogni parrocchia, la realtà oratoriale sta prendendo piede anche al Sud dove, specie nelle realtà più difficili, svolgono anche una funzione di prevenzione.
“La vita dell’oratorio oggi è cambiata nei modi e nei tempi – spiega all’Adnkronos don Marco Mori, già presidente del Forum Oratori Italiani nonché direttore dell’Ufficio per gli oratori della diocesi di Brescia -. Dallo sport al teatro passando per l’animazione e gli itinerari pastorali, l’oratorio registra oramai tante adesioni anche sui social network”. Per fare un esempio, le iniziative del Grest lombardo su Youtube hanno registrato un milione di contatti in un anno.
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Una realtà multietnica quella che affolla gli oratori visto che, in base ad un recente studio Ispos, nel Paese almeno un bambino straniero è presente nell’86% degli oratori lombardi. Circa uno su tre, quindi, è di religione musulmana.
“Al nord gli oratori sono ormai delle piazze aperte – sottolinea un sacerdote -. Discorso un po’ diverso al Sud dove in alcuni casi, penso a Scampia, sorgono in zone recintate a scopo protettivo”. Nord e Sud contrapposti da modelli diversi a seconda del territorio.
Più frequentati in estate, gli oratori sono comunque attivi tutto l’anno. “Dall’attività estiva all’accompagnamento nello studio, dalla realizzazione di progetti condivisi sull’integrazione, la corresponsabilità e la prevenzione, alla strutturazione di percorsi laboratoriali, psicomotori e ludici a servizio delle fasce più deboli, al nord, come al centro e al sud gli oratori rispondono con dedizione ad una chiamata sempre più forte alla corresponsabilità a favore dei più piccoli”.