Colpisce molto la dichiarazione del ministro Carrozza sulla scuola media italiana. Mentre è scontato ma condivisibile l’ “elogio” della scuola media unica, il richiamo alla necessità di rivedere i programmi di studio risulta davvero incomprensibile.
Intanto il Ministro parla di “programmi” e non di “indicazioni” è già questo è curioso. Ma vogliamo credere che parlando dai microfoni di un programma radiofonico rivolto a tutti, dalla casalinghe ai pensionati, non ha usato la precisione che sarebbe stata necessaria se avesse dovuto parlare ai docenti.
Diciamo insomma che una certa approssimazione è anche comprensibile.
Ma ciò che davvero non si capisce è il motivo per cui Maria Chiara Carrozza ritenga necessaria una revisione dei programmi (o indicazioni che dir si voglia).
Forse il Ministro dimentica che proprio in questi giorni tutte le scuole medie d’Italia sono al lavoro per dare attuazione alle nuove Indicazioni nazionali che sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale meno di 8 mesi fa.
E, giusto per la precisione, bisognerebbe anche ricordare che dal 2004 in avanti si sono succedute nell’ordine: le “Indicazioni Moratti” allegate al decreto 59, le Indicazioni per il curricolo di Fioroni (2007), le Indicazioni Gelmini (2009) e infine le “nuove” Indicazioni del 2013.
In altre parole abbiamo avuto 4 diversi documenti nell’arco in 9 anni.
Parlare di una ulteriore revisione dei programmi/indicazioni ci sembra davvero fuori luogo, anche perché non sarebbe male ricordare che il Regolamento sull’autonomia prevede esplicitamente che i curricoli sono di competenza delle scuole e non dell’apparato centrale.
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