“La valutazione della scuola. A che cosa serve e perché è necessaria all’Italia” è pubblicato da Editori Laterza e sarà in libreria dal 20 febbraio ma è stato anticipato, da parte della Fondazione Agnelli, un riassunto delle questioni più significative che ben si armonizzano con l’idea della scuola renziana e che probabilmente verranno valutate dal nuovo Ministro dell’Istruzione di area scelta civica ma che guarda con interesse anche alla realtà politica Italia Futura che come è noto ha manifestato un triplice sì al concorso, alle prove Invalsi ed alla chiamata diretta .
Vi sarà una premessa ove si presenta la scuola come una realtà dalle molte ombre e poche luci, ove si propone in sostanza la necessità di avviare una campagna di informazione e formazione sulla necessità della valutazione e di tutto ciò che vi è connesso, smentendo tutte quelle preoccupazioni che avrebbero fermato od ostacolato l’iter della stessa nella scuola pubblica italiana, in primis sulla libertà d’insegnamento.
Si pone in linea il tutto con le volontà politiche della Gelmini prima e Profumo poi, vi è stata una sospensione con la Carrozza ed una battaglia rilevante intorno all’Invalsi, che la Fondazione Agnelli vorrebbe indipendente dal Miur, ma che le ultime manovre politiche, invece, lo hanno riavvicinato al Miur e probabilmente con questo nuovo ministro si assisterà ad un processo di distacco dell’Invalsi dal ministero dell’istruzione. Veniamo ora ai passi salienti del resoconto di questo nuovo rapporto.
Per gli studenti si parla di valutazione formativa e sommativa, per gli insegnanti di valutazione della loro formazione iniziale e dei risultati ottenuti con i loro studenti, per le scuole di valutazione della qualità degli istituti, attraverso il confronto nel tempo o con le altre scuole, per il sistema scolastico della valutazione dei risultati a livello Paese e delle politiche scolastiche, pur emergendo l’importanza dei confronti territoriali e con le altre nazioni.
La parola chiave è esame centralizzato, prova standardizzata, come Invalsi e Ocse Pisa e la visita ispettiva alle scuole. L’esame centralizzato, a detta della Fondazione Agnelli, viene effettuato in molte discipline, ed è importante perchè conferisce un’indicazione precisa del reale livello di apprendimento dello studente ma anche perchè serve essenzialmente a valutare gli studenti, con conseguenze per il proseguimento degli studi (promozione/bocciatura; orientamento), ma può essere usato anche per la valutazio ne di sistema.
La prova standardizzata viene reputata centrale perché può essere utilizzata per la valutazione a tutti i quattro livelli (studenti, insegnanti, scuole e sistema scolastico), non viene considerata “come quiz e non premia la capacità mnemonica”. Rilevano che se ben costruita può essere considerata come indicatore affidabile del livello di conoscenze e di competenze raggiunto. Il Valore Aggiunto, invece, “misura il progresso nel tempo degli studenti sulla base di prove standardizzate, tenendo conto del punto di partenza dello studente e del contesto socioculturale (VA contestualizzato).
Il VA permette di valutare l’effettivo contributo dato dalla scuola, al netto degli altri fattori”. Le prove standardizzate vengono criticate perchè “non sono, invece, affidabili quando si voglia valutare il contributo dei singoli insegnanti (a maggiore ragione se le si associa direttamente a premi e sanzioni, come negli Usa)”. E si ribadisce che “creano inutili competizioni fra i docenti, mentre il progresso di uno studente è sempre il frutto del «lavoro di squadra» di tutti i suoi insegnanti”. Ma per la Fondazione Agnelli vi sono altri fattori importanti per valutare la qualità di una scuola (ad es. la capacità di essere inclusiva o di creare un clima di collaborazione). Per questo le prove standardizzate possono e devono essere integrate da visite periodiche nelle scuole di team di osservatori.
Le visite utilizzano osservazioni dirette, con protocolli strutturati e colloqui con docenti, DS, genitori e studenti (tenendo anche conto delle prove standardizzate e di altre informazioni). “Il modello di visita dell’Ofsted nel Regno Unito – (che è il modello richiamato da Renzi nel suo programma sulla scuola per le primarie nel 2012) – è il più evoluto e collaudato, con una griglia di ispezione trasparente e condivisa”. Prove standardizzate e visite ispettive permettono “ di mettere in luce punti di forza e di debolezza di ciascuna scuola, diagnosticando l’esistenza di criticità e problemi. “Per entrare nella ‘black box’ di una scuola e avviare azioni di miglioramento, serve una riflessione critica da parte dei docenti e DS della scuola stessa, che in questa fase diventano protagonisti del processo valutativo. Ma l’autovalutazione deve sempre fondarsi sulle informazioni comparabili offerte dalla valutazione ‘esterna’”. Si propongono manovre di riforma in tema di progressioni retributive e di carriera dei docenti che dovrebbero avvenire attraverso altre forme di valutazione (concorsi, giudizio dei DS). Insomma ci sono tutti gli elementi per capire cosa accadrà con questo nuovo governo nel settore della scuola, che non a caso è stata “affidata” ai “montiani” salvo una caduta repentina nei prossimi mesi e forse neanche tanto imprevista.