I presidi bocciano sonoramente le nuove quarantene avviate da una settimana nelle nostre scuole attraverso un nuovo protocollo anti-Covid. Il malcontento si evidenzia dalle dichiarazioni del presidente nazionale Anp, Antonello Giannelli, secondo il quale “nonostante i nostri auspici di una collaborazione più efficace ed efficiente tra istituzioni scolastiche e dipartimenti di prevenzione dobbiamo purtroppo rilevare la sussistenza di forti criticità”. Così i dirigenti scolastici rimangono “da soli”, con i loro referenti Covid, a prendersi la responsabilità di decidere il da farsi in presenza di casi di positività. Sempre in attesa di risposte dalle Asl.
Le risposte tardive della Asl sono la norma
Il problema, già emerso durante la diretta della Tecnica della Scuola, alla presenza dello stesso Giannelli, è che le “Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico”, contenute nel protocollo nazionale e poi nella nota ministeriale del 6 novembre scorso, n. 1218, avrebbero dovuto uniformare le gestioni dei casi Covid. Invece, l’adozione delle nuove procedure starebbe andando davvero male.
Perché, sottolinea però Giannelli, “in alcune realtà rileviamo con amarezza che quel “caso in cui le autorità sanitarie siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente” rischia di tradursi in un “quasi sempre”. In diversi territori, infatti, i dipartimenti di prevenzione non riescono a garantire la tempistica del testing o, addirittura, non applicano le nuove procedure di tracciamento”.
Le Asl non rispondono più dal venerdì pomeriggio…
Gianneli rivela che nei week end le Asl, in gran numero, non assistono minimamente gli istituti scolastici: le aziende sanitarie “spariscono dai radar delle scuole già dal tardo pomeriggio del venerdì per ricomparire solo il lunedì mattina mentre le segnalazioni di casi positivi, infatti, arrivano alle scuole anche di domenica”, dice ancora Giannelli.
“Il grande senso di responsabilità dei dirigenti – continua il leader Anp – non consente loro di ignorarle in attesa della ripresa lavorativa del lunedì e, pertanto, provvedono, nell’ assordante silenzio dei dipartimenti, a quanto previsto dalla nota ministeriale del 6 novembre nella consapevolezza che questo è necessario per combattere la diffusione del contagio”.
La didattica a distanza torna ad imperversare
L’aspetto paradossale è che questo disservizio si continua a realizzare proprio mentre “nel frattempo, la tanto demonizzata DaD (da almeno una decina di giorni ndr) sta riacquistando le posizioni perdute, nonostante le tassative disposizioni di legge sulle attività in presenza e le finalità dichiarate dalla nota tecnica”.
“E nonostante lo strenuo impegno di chi la scuola la dirige e del personale tutto, docente e ATA, che vi opera quotidianamente”, conclude amaramente il presidente Anp.