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Le offese ai prof? Con Facebook diventano virtuali, ma non segrete

Si moltiplicano i casi di studenti che minano la dignità dei loro docenti sbeffeggiandoli tramite internet. Con conseguenze quasi sempre nefaste per gli stessi allievi: i quali come minimo vengono sospesi dalle lezioni ed in certi casi anche denunciati alle autorità competenti, con le immaginabili lunghe code giudiziarie. L’ultimo caso di questo genere è accaduto alcuni giorni fa a Misano Adriatico, in provincia di Rimini, dove una quindicina di allievi di una scuola media inferiore del posto continuavano a “conversare”, tramite Facebook, anche lontano da scuola: peccato che non si siano limitati a parlare di compiti o di argomenti normal, ma si siano sistematicamente lasciati andare, a veri e propri insulti nei confronti di alcuni loro docenti.
Solo che uno degli insegnanti, informato dell’accaduto (da alcuni compagni degli alunni goliardici), è riuscito ad intrufolarsi nel social network ed appurare quanto i suoi allievi fossero andati sopra le righe.
Informato il dirigente, sono così scattate le contromisure. Risultato? Consigli di classe a go go ed alla presenza dei genitori dei ragazzi, al termine dei quali tutti gli alunni (in larga parte di terza media) sono stati sospesi. Chi non si è risparmiato nei pesanti giudizi, scadendo nella volgarità, verso gli ignari prof si è “beccato” addirittura quattro settimane di stop forzato dai banchi. Mettendo, visto anche i pochi giorni che mancano alla fine della scuola per dimostrare di aver capito la lezione, a serio rischio l’esito dell’anno.
A coloro che hanno espresso giudizi sempre lesivi, ma comunque un po’ meno pesanti, sono state comminate due settimane. Chi aveva partecipato alla bravata virtuale solo marginalmente se ne è stato a casa solo per un giorno. Il tempo di riflettere e capire che offendere su internet non è molto diverso che farlo dal vivo.
Alessandro Giuliani

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