Il sottosegretario Vieri Ceriani, racconta Tempi.it, rispondendo all’interrogazione degli onorevoli Simonetta Rubinato e Alberto Fluvi, entrambi del Pd, alla Commissione Finanze della Camera in merito alla misure per cui gli enti no profit – particolarmente le scuole – possono chiedere l’esenzione dell’Imu, ha detto che l’amministrazione è ancora in alto mare nella definizione di un regolamento univoco.
La richiesta dell’onorevole Alberto Fluvi di dare una definizione in termini quantitativi di tale “importo simbolico“ delle rette è però caduta nel vuoto. La risposta all’interrogazione, infatti, precisa “che sono attualmente in corso approfondimenti istruttori in merito all’eventuale individuazione di paramenti di riferimento oggettivi che possano guidare l’attività di accertamento degli enti impositori rispetto alla valutazione dei corrispettivi”. Ricordiamo che le scuole paritarie sarebbe esonerati dal pagare l’Imu solo se le rette dei suoi alunni sono simboliche, in quanto quelle scuole devono avere finalità no-profit, fattore che definisce se un ente può rientrare nella dicitura “non commerciale”, e quindi in grado di richiedere l’esenzione.
La definizione della retta “simbolica” tuttavia è ancora tutta da definire per cui Simonetta Rubinato reputa “inverosimile che gli enti scolastici possano offrire il servizio a titolo gratuito senza compromettere il proprio equilibrio finanziario, dal momento che essi sono comunque soggetti a tutti gli obblighi in materia di trattamento retributivo del personale docente e di quello ausiliario, di sicurezza delle strutture, nonché di accoglienza e assistenza degli alunni con disabilità”. E rileva, peraltro, “come lo stesso Sottosegretario abbia sottolineato nella risposta, la necessità di superare l’ambiguità insita nell’interpretazione che considera “simbolico” l’importo del corrispettivo soltanto se questo copre una frazione del costo del servizio”.
La deputata del Pd inoltre auspica che “si tenga conto, nel dirimere la questione, delle preoccupazioni espresse da tantissime famiglie da autorevoli esponenti del Governo, i quali hanno riconosciuto, soprattutto con riferimento alle scuole dell’infanzia e agli asili nido, che le scuole paritarie coprono, in alcune parti del territorio, un’offerta formativa che lo Stato non è in grado di pagare “.
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