Con questa lettera vogliamo parlare di un problema che colpisce da vicino ed in modo diretto decine di migliaia di insegnanti, le loro famiglie e ovviamente anche tutti gli allievi che usufruiscono del servizio scolastico in Italia.
Questo problema è il precariato, cresciuto a causa del continuo utilizzo e abuso da parte dello stato di contratti a tempo determinato, costantemente aperti e chiusi durante ogni anno scolastico. Ormai un esercito di lavoratori ha superato di molto il limite delle due annualità oltre le quali ogni datore di lavoro sarebbe tenuto a stabilizzare il proprio dipendente.
Oggi lo stato italiano, di fronte ad una platea di decine di migliaia di cittadini che per poter mandare avanti il sistema scolastico, in alcuni casi sono stati utilizzati anche da più di una decina di anni, offre la possibilità di partecipare ad un concorso selettivo consistente in un quiz a crocette.
In poche parole, un quiz/roulette russa nel quale, dopo anni e anni di lavoro, ci si gioca il proprio futuro. Gli insegnanti in questione erano stati inseriti in elenchi (le famose graduatorie di terza fascia) utilizzabili per supplenze temporanee. Ad oggi però, a causa di ritardi certamente non attribuibili ai lavoratori che sono stati impiegati per mandare avanti il sistema scolastico, le supplenze temporanee sono diventate annualità e annualità.
Questi docenti, chiamati precari storici, hanno dimostrato di saper lavorare al pari dei colleghi in possesso dell’abilitazione all’insegnamento: lo hanno fatto inoltre senza certezza del futuro, senza bonus e altre tutele. Non esistono precari che vogliono passare avanti agli abilitati nell’ottenimento di un contratto a tempo indeterminato, il così detto “passaggio in ruolo”. Esistono invece precari che cercano semplicemente un giusto riconoscimento per il lavoro svolto negli anni.
Oggi ci troviamo tutti avvolti in un problema che stiamo vivendo nel pieno delle sue criticità: distanziamento, limitazioni, blocchi, incertezze nei tempi per trovare cure, precauzioni per possibili riprese di focolai d’infezione. Questa situazione ha colpito duramente anche la scuola e rende ancora più problematico il funzionamento del sistema scolastico mantenendo precari oltre duecentomila insegnanti.
Cosa chiedono i docenti precari allora?? Una assunzione in massa e tutti subito? No…non è così. Dai sindacati, dalle associazioni dei lavoratori, da varie parti politiche interne ed esterne alla maggioranza oggi viene richiesto un concorso per titoli che produca una graduatoria. Una graduatoria formata sulla base degli anni di servizio, dei titoli di studio e professionali accumulati negli anni dai lavoratori. Un criterio quindi veloce, compatibile con le difficoltà odierne e in grado di dare la precedenza nell’assegnazione di contratti di lavoro stabile ai docenti più esperti e formati.
Una cosa è certa: la scuola deve rinascere in una modalità che sia al riparo dal dilagare del precariato, necessaria per la formazione di una comunità forte, attenta e dotata di un costruttivo senso critico.
Il precariato non è utile alla scuola e alla società, ma serve solo a chi vuole fare continue ed ingannevoli promesse. Debellarlo è alla nostra portata, fin dal prossimo settembre.
Valerio Cai (sindacato NOI Scuola)
Riccardo Guazzini (Gruppo precari “Tre anni per il ruolo”)
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