Sono circa 51mila i bambini che in Italia frequentano la scuola primaria in una pluriclasse, composta da alunni di età diversa iscritti ad anni diversi del ciclo formativo. In queste situazioni, gli insegnanti svolgono contemporaneamente più programmi ministeriali e altrettanto i bambini.
Tuttavia, scrive La Voce.info, non si tratta di un fenomeno solo italiano: le pluriclasse sono diffuse anche negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei, ma in Italia, questo tipo di organizzazione didattica è tipica dei comuni delle aree interne e spesso risponde alla volontà di mantenere almeno un presidio scolastico sul territorio, per evitare i disagi derivanti dal trasporto e preservare un luogo di aggregazione.
Negli ultimi anni, questi 4261 comuni, con una popolazione media di circa 1.500 abitanti, hanno subito un forte spopolamento che si è tradotto in scuole e classi di piccola dimensione: nel 25 per cento dei comuni delle aree interne il numero totale degli alunni iscritti alla scuola primaria è inferiore a cinquanta, meno di dieci alunni per classe.
Tra gli interventi, per migliorare la qualità di tali scuole, vi è anche la riorganizzazione del servizio scolastico, con due possibili scelte. La prima prevede l’accorpamento in nuove scuole. La seconda, invece, consente di mantenere le pluriclassi in quelle aree in cui l’isolamento geografico e i problemi di mobilità impediscano l’accorpamento, ma a condizione che venga previsto un piano per il miglioramento della didattica.
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Se da una parte si afferma che questa pratica didattica sia disfunzionale, da un’altra si dice che in un ambiente così variegato in termini di età, competenze e maturità può essere una buona palestra per favorire la creatività, l’accettazione del diverso, l’autonomia. Inoltre, gli studenti con meno competenze possono beneficiare del supporto e dall’interazione con quelli più grandi e con competenze maggiori: gli allievi di una pluriclasse, si chiede la Voce, sono allora penalizzati o avvantaggiati?
I pochi lavori che hanno cercato di risolvere questa domanda con tecniche adeguate trovano risultati ambigui. Secondo una recente ricerca le pluriclassi producono effetti eterogenei a seconda delle caratteristiche degli studenti: sono benefiche per i più giovani che entrano in contatto con ragazzi più maturi e producono invece effetti negativi su questi ultimi, che sono costretti a interagire con compagni con un livello di preparazione inferiore alla propria.
In Italia tuttavia le competenza in italiano e in matematica (Invalsi) degli studenti che frequentano le pluriclasse è talora mediamente superiore, talora mediamente inferiore ai livelli medi della regione di appartenenza. Non ci sono però studi al riguardo, anche perché è difficile reperire i dati che permettano l’analisi. I dati Invalsi sono accessibili, ma non è facile collegarli con altre fonti che permettano di identificare gli studenti che frequentano una pluriclasse.
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