La gestione di una pluriclasse in realtà è più impegnativa per un’insegnante piuttosto che per un allievo. Nel senso che si devono accuratamente pianificare e organizzare le giornate di scuola.
Da parte del docente si affina un vero e proprio lavoro di “programmazione preventiva”. Riguardo all’accrescimento culturale si hanno riscontri ormai importanti sul fatto che gli alunni uscenti da una pluriclasse elementare non hanno alcuna difficoltà a integrarsi con i programmi della scuola media. Vi arrivano didatticamente preparati come qualsiasi altro allievo e secondo soggettive capacità di apprendimento. A tal proposito sussiste un aspetto umano da considerare, quello che gli studenti di una pluriclasse si relazionano fra loro in modo più aperto, nonostante la differenza di età.
Gli studenti si aiutano e si stimolano con maggiore intensità. Un alunno di quinta terminato il compito assegnatogli, non si fa alcun problema a sedersi al fianco di un compagno di prima per aiutarlo a studiare. Nelle scuole di montagna tuttavia non ci si può limitare a difendere semplicemente l’esistente, ma si può creare autonomamente le condizioni per superare la difficoltà dei piccoli numeri, e ciò attraverso dei progetti innovativi. È già avvenuto nel 1994 quando dalla montagna è partita l’esperienza degli Istituti comprensivi, che ora sono proposti come modello innovativo, non solo per salvare le Presidenze nei piccoli centri, ma come modalità nuova di assicurare le “continuità” tra i vari gradi di scuole.
Esistono soluzioni organizzative e didattiche che possono garantire la qualità dell’istruzione anche laddove esistono le pluriclassi. Il richiamo è all’art. 4 del D.P.R. 275 comma 2 lettera d del D.P.R 275/99 (Regolamento dell’autonomia), laddove si parla di “articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso”. Si tratta delle cosiddette “classi aperte” che stentano ad affermarsi, ma che altrove in Europa sono già presenti anche nelle “grandi” scuole. Soluzioni dettate dalla necessità, ma che contengono un tasso di innovazione notevole sul piano didattico. Infatti, le piccole scuole di montagna possono adottare soluzioni flessibili non solo tra classi diverse, ma anche tra plessi vicini, prevedendo accorpamenti di classi per un certo numero di ore settimanali e alleviando così i disagi dei trasferimenti.
Prosegue, con qualche novità, la vicenda del professor Christian Raimo, l’insegnante romano sospeso per tre…
Salve, sono un docente di sostegno, di ruolo nella scuola secondaria e desidero far conoscere…
Pubblicare le graduatorie dei candidati docenti risultati idonei ai concorsi, ammetterli a frequentare il corso…
A volte capita, soprattutto per le festività natalizie, ma anche per altre particolari ricorrenze, che…
La Corte costituzionale si è espressa sulla questione di legittimità costituzionale della legge n. 86…
Un fatto di cronaca nera sta scioccando il Paese: un uomo di 45 anni, ex…