Anche quando è assente giustificato per malattia, il docente potrebbe essere imputato di “disservizi” pur non essendo in servizio.
Secondo le pretese senza limiti e confini di certi genitori, è un “disservizio” se il docente assente per malattia non disdice in tempo un colloquio prenotato, attivando la procedura automatica sul registro elettronico, da cui scaturisce un sms sul cellulare del genitore. C’è chi pretende addirittura spiegazioni scritte dal professore assente, mandandogli e-mail sulla posta istituzionale anche nel periodo di malattia.
Anni fa una cosa del genere era inimmaginabile. Adesso col registro elettronico e la posta istituzionale, tutto è possibile. È possibile la prenotazione dei colloqui ed è possibile la disdetta, se il colloquio salta per motivi prevedibili (esempio: permesso retribuito del docente, giorno di ferie, permesso per la formazione, uscita didattica, o altro). Tuttavia, per certi genitori le maggiori opportunità sono diventate pretese inammissibili, fino a “molestare” chi è in malattia con e-mail e richieste di spiegazioni.
È bene che gli insegnanti sappiano chiaramente quali sono le loro funzioni, diritti e doveri, e che la scuola mantenga degli argini solidi alle pretese delle famiglie sempre più fuori misura. Alcuni recenti casi di cronaca ci dicono che si tratta, purtroppo, di una deriva molto concreta e pericolosa.
Forse è il caso di ribadire quali sono obblighi e diritti durante l’assenza per malattia. In primo luogo, va precisato quello che dovrebbe essere un concetto lampante: il docente in malattia non è in servizio e la sua unica preoccupazione è la cura della salute. La malattia comporta per definizione una temporanea “impossibilità della prestazione lavorativa”, attestata dal medico, e quindi una sospensione del rapporto di lavoro per tutta la durata, convalescenza compresa. Gli obblighi del docente che si assenta per malattia sono la comunicazione tempestiva, l’invio del certificato medico e la reperibilità fiscale nelle fasce orarie stabilite.
Per il resto deve “supplire” la scuola. Non è ipotizzabile che il docente assente per malattia sia in qualche modo obbligato a pensare ai colloqui prenotati e attivare la disdetta.
Eppure ci sono genitori che lo pretendono, perché il mancato avvertimento di colloquio annullato è una seccatura, dicono, e quindi un disservizio. Ma, se il tempo del genitore è prezioso, anche la malattia del docente è da rispettare. Il docente, invece, è diventato il parafulmine di tutto quello che nella scuola non funziona, o che ai genitori non piace.
Chi per giustificato motivo non è in servizio, non può essere caricato di obblighi di servizio attivo, né tantomeno essere imputabile di “disservizi”. È la scuola che deve dare continuità al servizio e provvedere a “supplire” l’assente in tutte le sue funzioni.
Nel caso in questione, la scuola deve stabilire con chiarezza chi attiva la procedura d’invio dell’sms di disdetta colloquio, quando il docente assente non è tenuto a farlo. Se non si trova la soluzione, si elimina questa procedura e si torna ai tempi precedenti, quando i genitori si informavano prima circa le assenze dei professori (ovviamente non quelle improvvise), semplicemente parlando col proprio figlio.
Adesso, se ai genitori offri un’agevolazione in più, immediatamente diventa un diritto acquisito e preteso, caricato indebitamente sempre sulle spalle del singolo docente, purtroppo ormai avvezzo a dire sempre sì lasciandosi calpestare.
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