Nella giornata del Primo Maggio le militanti del movimento femminista hanno attaccato striscioni davanti ad alcune scuole della Capitale per denunciare “l’enorme contraddizione di un Governo che riapre al lavoro non garantendo che tutti i settori della riproduzione sociale siano messi in sicurezza attraverso investimenti sostanziali e strutturali che garantiscano la sicurezza sanitaria di tutti e tutte, lavoratrici, studenti e genitori”.
E allora ieri, nella città pressoché deserta, alcune donne hanno deciso di attaccare diversi striscioni con scritto “Senza le scuole non si torna al lavoro. Primo Maggio femminista”. Un modo per protestare contro le politiche adottate dal Governo, che nei giorni scorsi ha annunciato il proseguimento della chiusura di tutte le scuole almeno fino al prossimo settembre.
Infatti, come anche questa testa ha più volte scritto, molte mamme avranno notevoli difficoltà a conciliare il ritorno al lavoro con la cura dei bambini che invece saranno costretti a rimanere a casa, mentre “la scuola è un servizio pubblico, sociale e culturale”.
“Quando si comincia a parlare di ripartenza delle attività economiche, immaginiamo che i genitori debbano andare a lavorare. Ma se le scuole sono chiuse e coi nonni fuori combattimento, esattamente chi si prende cura dei bambini? Questa è esattamente la nostra domanda: chi pensa ai bambini?”
E infatti il premier Giuseppe Conte alla Camera ha ricordando che va tutelato “il diritto al gioco e all’attività motoria dei minori” ma anche che la situazione di emergenza rischia di “amplificare le disuguaglianze sociali.
“Condivido l’urgenza di ripensare gli spazi educativi in forma dilatata anche con l’utilizzo dove possibile degli spazi di prossimità. Occorrerà valutare l’apertura in via sperimentale di nidi, scuole dell’infanzia, centri estivi e attività dedicate ai nostri bambini. Per molti bambini il pasto della mensa scolastica è il più completo della giornata, molti non hanno la possibilità di seguire la didattica a distanza e per alcuni le mura domestiche, che sono luogo di amore e di conforto, possono invece peggiorare una situazione a rischio. Ed è per questo che il governo intende dedicare alle famiglie e ai minori grande considerazione in un prossimo provvedimento: occuparsi di loro è occuparsi del futuro del nostro paese”.
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