Il presidente dell’Invalsi Anna Maria Ajello, interviene sul boom di 100 e lode a Sud, risultati che non rispecchiano molto spesso i risultati dei Test Invalsi.
In un’intervista al Messaggero, Ajello precisa: “è un fenomeno che si ripete e non ci sorprende: sono due prove differenti. La maggiore presenza di 100 e lode al Sud è stata vista spesso come un segnale di voti regalati ma non è giusto nei confronti di chi invece, tra i voti regalati, quella lode se l’è meritata”.
Il presidente Invalsi pensa che all’interno di “un contesto più disagiato le eccellenze brillano di più e il contesto del Sud è molto diverso da quello del Nord. Nel test Invalsi questo conta. Poi però ci sono realtà molto brillanti, come ad esempio a Lecce, che forse contribuiscono a rendere la Puglia la regione con il maggior numero di lodi alla maturità”.
“Esiste il valore aggiunto, continua ancora Ajello: valutando il rendimento di un ragazzo teniamo conto del contesto famigliare, territoriale e delle precedenti esperienze scolastiche. Anche così, però, ci sono scuole al Sud che non ottengono punteggi alti”. Quindi, le scuole spesso non riescono ad arrivare ai livelli sperati. Anche se ci sono dei precedenti per ovviare al problema grazie ai fondi PON, con cui si possono aumentare le competenze, con è successo con la Regione Puglia.
Ajello ricorda che dal 2019 sarà necessario per l’ammissione all’esame di Stato e l’esito del test, svolto durante l’anno, conterà nel curriculum: in questo modo farà parte del voto finale”.
Sui possibili danni che potrebbero causare i voti alti ai ragazzi, il presidente Invalsi non ha dubbi: “direi che i ragazzi sono danneggiati dal non sapere cosa dovranno affrontare nelle scuole che hanno scelto. Servono un miglior orientamento e la continuità educativa tra docenti che in Italia non c’è”.
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