“Le dichiarazioni di Roberto Ricci, responsabile delle rilevazioni nazionali delle prove Invalsi, audito in commissione Cultura, lasciano ben pochi dubbi: la didattica a distanza prolungata nel tempo, soprattutto nelle scuole superiori, cioè quelle che più vi hanno fatto ricorso a causa della pandemia, ha contribuito notevolmente ad accentuare le lacune formative dei nostri studenti e studentesse, oltre che a minare il loro benessere psico-fisico”: lo sostengono senza ombra di dubbio i parlamentari del Movimento 5 Stelle della Commissione Cultura della Camera.
“I dati Invalsi – aggiungono le deputate e i deputati pentastellati – mettono in evidenza che sta crescendo la cosiddetta dispersione scolastica implicita, fenomeno grave che si ripercuoterà sul futuro dei giovani e di tutto il Paese”.
La presidente della Commissione Cultura della Camera, Vittoria Casa, anche lei del M5S, chiarisce: “I dati Invalsi descrivono un quadro preoccupante del nostro sistema d’istruzione. Oltre ad un peggioramento della preparazione in italiano e matematica, nella scuola secondaria si registra una dispersione scolastica implicita dalle dimensioni drammatiche, per la quale molte migliaia di studenti e studentesse concludono i rispettivi cicli di studio pur non avendo le minime competenze di base”.
In sostanza sembra proprio che i parlamentari del M5S attribuiscano agli esiti delle rilevazioni Invalsi un valore importante da mettere in relazione con l’efficacia del sistema di istruzione.
Posizione quantomeno curiosa se si pensa che poco più di tre anni fa nel loro programma elettorale scrivevano: “La didattica non può essere ridotta a quiz a crocette che standardizzano il sapere. Il primo passo per restituire centralità ad un modello educativo cooperativo consiste nel rivedere le modalità di valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti attraverso i test Invalsi”.
Sempre nel programma elettorale il M5S scriveva che il meccanismo ideato dall’Invalsi “non ha determinato alcun beneficio per la corretta valutazione delle effettive competenze acquisite dai nostri studenti” e che in considerazione delle sue evidenti inefficienze si dovrebbe provvedere a un suo definitivo superamento o a una sostanziale revisione.
Senza dimenticare un aspetto a dir poco paradossale: nel maggio del 2017 il deputato del M5S Luigi Gallo usò parole di fuoco contro i test Invalsi arrivando persino a dichiararsi del tutto favorevole allo sciopero contro le prove proclamato dai sindacati di base.
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