Confucio disse: “Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita”.
Riformuliamo l’aforisma per adattarlo al mondo della scuola:
- Dai agli studenti un’idea frammentata del mondo: semplificheranno la realtà e la banalizzeranno; abituali alla complessità e alla visione sistemica e darai loro le competenze per comprenderla;
- “La conoscenza è cosa morta” diceva Albert Einstein: non esaurire in essa il tuo insegnamento ed eviterai di formare persone ripetitive e senza inventiva; insegna loro a conquistare la conoscenza risolvendo problemi, con metodologie rigorose, stimolerai le competenze per interagire con la società moderna.
La scuola non ha fatto tesoro dell’ammonimento.
Siano d’esempio i test Invalsi: molte scuole, per facilitare il superamento della prova, organizzano esercitazioni sui quesiti delle sessioni precedenti… e … Confucio è nel dimenticatoio.
Una devianza che nasce dall’assenza della cultura della progettazione: il campo del problema non è esplorato e strategie non sono formulate. Uno svarione che è ricorrente nelle scuole. I docenti, infatti, seguono pedissequamente il programma d’insegnamento: non vagliano la sua funzionalità al conseguimento dei traguardi di sistema. Il libro di testo è la loro Bibbia.
La progettazione, spirito vitale dell’autonomia scolastica, è snaturata.
Razionalità vorrebbe che i test fossero collocati nel loro ambito generativo: le linee guida e le indicazioni nazionali, cui l’Invalsi fa ampio riferimento.
Si trascrive il fondamento previsto per le prove di matematica il cui asse “garantisce l’acquisizione di saperi e competenze che pongono lo studente nelle condizioni di possedere una corretta capacità di giudizio e di sapersi orientare consapevolmente nei diversi contesti del mondo contemporaneo. Al termine dell’obbligo d’istruzione, gli studenti acquisiscono le abilità necessarie per applicare i principi e i processi matematici di base nel contesto quotidiano della sfera domestica, nonché per seguire e vagliare la coerenza logica delle argomentazioni proprie e altrui”.
Ne discende che l’Invalsi includerà, tra gli oggetti da soppesare, la capacità di giudizio, la capacità d’orientarsi in ambienti sconosciuti, la capacità di modellazione, le capacità logiche e d’argomentazione.
Razionalità vorrebbe che le scuole facessero un’esaustiva mappatura dei traguardi e, intorno ad essi, concepissero il loro PTOF: in tal modo tutti gli insegnamenti saranno vincolati al perseguimento di un’univoca e condivisa finalità.
Enrico Maranzana