Sarebbero uno sperpero di denaro pubblico le prove Invalsi che certificano i limiti e le differenze territoriali negli apprendimenti a scuola. A sostenerlo sono Ella Bucalo e Paola Frassinetti, deputati di Fratelli d’Italia, rispettivamente responsabile Scuola e del dipartimento Istruzione, a distanza di un giorno dalla pubblicazione degli esiti delle prove svolte nel 2022.
L’alibi della pandemia
In una nota, le deputate di FdI sostengono che è “un alibi attribuire alla pandemia la scarsa preparazione che deriva da un sistema scolastico assolutamente inadeguato al bisogno della Nazione”.
“E le prove Invalsi non fanno altro che certificare un danno che ha radici antiche, non imputabile alla emergenza sanitaria”, sottolineano le parlamentari di Fratelli d’Italia.
I soldi per le prove Invalsi da dirottare su problemi maggiori
Secondo Bucalo e Frassinetti, ne consegue che le prove Invalsi, svolte ogni anno tra le fine di marzo e di maggio, risultano “test inutili e costosissimi per continuare a sentire che nulla è cambiato”.
In conclusione, secondo le due deputate il ministro dell’Istruzione “poteva risparmiare tantissimi soldi e investirli nelle vere problematiche della scuola: mancata assunzione dei precari, classi-pollaio e non a norma, sistema di reclutamento personale scolastico basato su quiz errati. Ma il Ministero allunga i tempi su questioni essenziali e sperpera denaro. La pandemia ha fatto da scudo alla incapacità di gestire la scuola italiana”, hanno concluso.