Regioni chiedendo al Governo di rivedere i criteri e le competenze sulle ordinanze che dispongono la sospensione delle lezioni in presenza nelle scuole, invitandolo a non limitare esclusivamente alle zone rosse la possibilità delle Regioni di emanare ordinanze sulla Dad.
Dopo il caso Sicilia, dove da un giorno all’altro si è passati dalla riapertura delle scuole, dopo le vacanze di Natale, alla successiva chiusura per ordinanza dell’Assessorato all’Istruzione, e poi ancora alla riapertura; e dopo ancora il caso Napoli, dove il Tar ha imposto al Governatore della Regione di aprire le scuole, a seguito della sua decisione di chiuderle dopo le vacanze di Natale per un presunto aumento di casi di contagi, le Regioni chiedono al Governo di rivedere i criteri sulla decisone di tenere le scuole chiuse o aperte.
È infatti competenza della Regione chiudere le scuole, solo se la stessa è stata collocata dal ministero della Salute in zona arancione o rossa, negli alti casi devono sottostare alle disposizioni del ministero dell’Istruzione che deve per quanto è possibile consentire la scuola in presenza e per almeno 200 giorni l’anno.
I presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e i sindaci possono derogare alle attività in presenza, per specifiche aree del territorio o per singoli istituti, esclusivamente in zona rossa o arancione e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica.
In ogni caso anche la Didattica a distanza è computata come giornata di lezione a tutti gli effetti.
Diverso è invece il discorso relativo all’apertura di Hub vaccinali nelle stesse scuole per agevolare i ragazzi alla somministrazione degli anticorpi. E infatti a seguire questo progetto, dopo la Puglia, c’è anche in Campania dove ha debuttato un altro hub in una scuola elementare. Ma sarebbero pure molte le Regioni che si dicono pronte ad allestire i centri vaccinali, come il Piemonte, la Toscana, l’Umbria, l’Abruzzo.
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