Quando le troppe legge e i troppi conflitti di attribuzione tra Regioni e Stato centrale ci mettono i bastoni per rallentare ciò che può camminare spedito, come la data di riapertura delle scuole che però deve fare i conti con i governatori delle Regioni.
Se la ministra aveva parlato di iniziare il 14 settembre, oggi il responso, per sapere il d-day preciso, è atteso dopo il 25 giugno, giovedì prossimo, quando i governatori dovrebbero presumibilmente riunire la loro Conferenza in sede straordinaria.
Tuttavia sembra che i presidenti di Regione prima di approvare la data proposta del ministero vogliono l’approvazione delle linee guida, inviate l’11 giugno.
Di che si tratta lo spiega il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: «Presto saranno disponibili le linee guida condivise Governo-Regioni per la ripresa delle attività scolastiche, ma occorre un piano di investimenti per il settore. La scuola deve ripartire prima possibile, ma in condizioni di massima sicurezza, per questo motivo abbiamo concordato con il Governo un ulteriore momento di confronto la prossima settimana per arrivare all’emanazione di linee guida condivise».
Le proposte inviate alla ministra dalle Regioni, riguardano un contributo che ha l’obiettivo di mettere in grado quanto prima Regioni, Enti locali e istituti scolastici, nella loro autonomia, di poter “governare” in modo ordinato la fase della ripresa completa delle attività in presenza.
Ma anche l’Anci, l’Associazione dei Comini, si trova sulla stessa posizione attraverso le parole del presidente di Anci Sicilia e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: «Serve collaborazione per affrontare le criticità post-Covid e per consentire a settembre l’avvio dell’attività formativa nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, assicurando il massimo della serenità a studenti e insegnanti».
Sembra che solo gli Enti locali abbiano a cuore la sicurezza e la serenità degli studenti e dei prof.
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