Ad appena sedici mesi dalla sua approvazione, la Legge 107/2015 continua a produrre effetti deleteri sul funzionamento della Scuola in tutto il territorio nazionale. Gli effetti di uno scriteriato e incongruente Piano straordinario di assunzioni e le conseguenze che si sono succedute a cascata sono ben più gravi di quanto si possa pensare e stanno producendo un grave danno alla Scuola in tutte le sue componenti: docenti, ATA e, soprattutto, studenti. Di fatto si registrano le seguenti grosse criticità:
A novembre ormai inoltrato nelle scuole di ogni ordine e grado dal Nord al Sud del territorio nazionale, mancano di fatto migliaia di insegnanti che avrebbero consentito un regolare anno scolastico e un’offerta formativa adeguata;
Resta alto il numero delle classi pollaio, specie laddove le dotazioni organiche non consentono di far fronte adeguatamente all’incremento della popolazione scolastica;
I problemi pressanti della messa in sicurezza degli edifici scolastici sono di elevata criticità;
Decine di migliaia di docenti si ritrovano ad insegnare in ordini di scuola diversi e senza le necessarie e prescritte specializzazioni;
Le immissioni in ruolo nel corrente anno scolastico sono state infinitamente inferiori rispetto alle reali necessità tanto da non consentire di coprire neppure il turn over dei pensionamenti;
Il 100% dei posti disponibili, cosa mai verificatasi in precedenza, è stato utilizzato per la mobilità e le assegnazioni provvisorie non previste dalla Legge 107;
Gli effetti nefasti della mobilità hanno privato gli Istituti del Nord dei docenti titolari e si è ricorso ad un massiccio reclutamento di supplenti, spesso neolaureati, per tappare le falle che si sono determinate;
Gli 11.500 posti in deroga concessi al Sud avrebbero potuto consentire, di fatto, l’immissione in ruolo di gran parte dei vincitori del concorso 2016 e dei precari storici delle GAE, anche ricorrendo allo stratagemma del ruolo giuridico;
I precari storici delle GAE, in percentuale maggiore al Sud, sono stati di fatto relegati a vittime sacrificali non avendo potuto aderire per motivi familiari e/o di salute al piano NAZIONALE E FACOLTATIVO di assunzione e, a causa del mancato supporto dei Sindacati, molti di loro si ritrovano disoccupati senza la tanto attesa e meritata immissione in ruolo e/o incarico annuale.
Persiste il limite massimo di 36 mesi di servizio oltre i quali i precari storici delle GAE non potranno aspirare al conferimento di incarichi annuali sino al 31 agosto, anziché essere assunti in ruolo come prevede la Legge 107/2015 e come sancito dalla Corte Europea di Strasburgo;
Il Piano di assunzioni per i docenti delle GaE della Scuola dell’Infanzia non è stato attuato;
50mila docenti vincitori di concorso sono tuttora senza cattedra;
Circa 15mila docenti che opereranno sul sostegno non hanno alcun titolo per occuparsi di alunni in situazione di handicap.
Alla luce delle citate considerazioni, il Comitato Nazionale Docenti in GAE sollecita il MIUR a fornire un’immediata, convincente e chiarificatrice risposta alle legittime aspirazioni di stabilizzazione definitiva dei 45.000 insegnanti precari storici delle GAE. In particolare, si richiede al MIUR di:
1) Elaborare una rimodulazione dell’organico complessivo trasformando una quota considerevole delle cattedre attualmente in organico di fatto a posti in organico di diritto. Molte di queste cattedre, infatti, sono stabili da diversi anni e potranno essere evolute a posti in organico di diritto, quindi utilizzabili per le immissioni in ruolo;
2) Elaborare un piano assunzionale su base provinciale, che punti ad assorbire tutti i docenti rimasti in GaE, abrogando il limite dei 36 mesi (comma 131, della Legge 107, illegittimo a confronto delle norme vigenti che regolano le assunzioni nella PA) sugli incarichi annuali fissando altresì la quota del 50% dei posti disponibili esclusivamente al ruolo e la rimanente parte alla mobilità 2017/18. Punto imprescindibile delle proposte del Comitato è il mantenimento del vincolo triennale senza ulteriori ed illegittime deroghe rispetto a quanto contenuto nella Legge 107, con particolare riferimento alle non previste Assegnazioni Provvisorie. Il Piano dovrà prevedere l’assunzione in quote paritetiche 50% da GaE e 50% da concorso 2016, fino ad esaurimento delle GaE, come specificato nel Testo Unico e nel comma 109 lettera c della Legge 107. Al fine di rendere concretamente possibile lo smaltimento delle graduatorie con un maggior numero di docenti, potrà essere possibile consentire agli insegnanti delle GaE di essere inseriti in coda anche in una seconda provincia limitrofa, limitatamente all’obiettivo di poter partecipare al prossimo piano di immissioni in ruolo;
3)Elaborare un piano di adeguamento, che riguardi l’organico su cattedre di sostegno, per una quota non inferiore al 50% delle cattedre che ogni anno vengono istituite in deroga, al fine di stabilizzare il servizio sul sostegno e garantire la continuità didattica, diritto imprescindibile dell’alunno in situazione di handicap, come previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 80 del 22.2.2010;
4)Estendere il tempo pieno a tutte le scuole d’Italia, relativamente alla Scuola Primaria e dell’Infanzia, con le stesse modalità in ogni Istituto, senza distinzione per aree geografiche (Nord, Centro, Sud e Isole) e di attuare un vero potenziamento, sulle reali esigenze delle Scuole, anche negli altri ordini e gradi;
5) Ripristinare la quantità delle ore soppresse negli istituti tecnici e professionali, così come stabilito nelle sentenze del TAR del Lazio (sentenze 3527/2013, 6438/15, 3019/16), risanando una situazione che ha generato l’esubero di molti docenti e la mancata assunzione di molti insegnanti iscritti in GaE e di ripristinare un congruo numero di alunni per classe evitando le “classi pollaio”, evitando il ripetersi di casi recentissimi casi limite che hanno visto la costituzione di una prima classe di un IPSIA con ben 37 iscritti;
6)Introdurre personale a Tempo Indeterminato in ogni Istituzione Scolastica con il compito di garantire una migliore organizzazione e un efficiente funzionamento dei laboratori didattici nonché il loro adeguamento in relazione alle esigenze poste in essere dall’innovazione tecnologica e dalla sicurezza delle persone e dell’ambiente in ogni scuola, così come avviene da tempo negli Istituti Tecnici e Professionali, attraverso l’istituzione di un adeguato Ufficio Tecnico;
7) Rispettare la meritocrazia e la trasparenza, pubblicando gli algoritmi utilizzati sia nel Piano straordinario di assunzioni sia nella mobilità straordinaria;
8)Attuare un piano di pensionamento per il personale scolastico che abbia maturato 40 anni di servizio o abbia raggiunto la quota 100, ottenuta sommando l’età con il servizio, superando i vincoli imposti dalla Legge Fornero.
In occasione dell’appuntamento fissato per il prossimo 9 novembre al MIUR per l’apertura del tavolo sulle deleghe previste dalla legge 107/2015 tra tutte le sigle sindacali e il ministro Giannini, il Comitato Nazionale GaE ribadisce ancora una volta che tutti i docenti precari rimasti in GaE si sono attenuti ai contenuti e alle condizioni prescritti dalla Legge 107/2015, per poi essere danneggiati dall’emendamento Puglisi. Il testo della Legge 107/2015, che tutti i precari rimasti in GaE hanno osservato scrupolosamente, non prevedeva altresì le assegnazioni provvisorie per i docenti immessi in ruolo nell’anno 2015-2016 in deroga al vincolo triennale e facendo illegittimamente ricorso all’impiego sull’organico di fatto, condizione che aveva indotto tanti insegnanti a non produrre domanda.
Si chiede con forza, così come è stato più volte ribadito e confermato da attendibili rappresentanti Istituzionali, come Campione e Coscia, che nella Legge Delega sia prevista una fase transitoria per l’assorbimento nei prossimi anni degli ultimi precari storici rimasti nelle graduatorie in considerazione del fatto che il vigente regime transitorio sarà regolamentato a breve nella delega sulla riforma del reclutamento, da approvare entro gennaio 2017.
Si richiedono altresì provvedimenti urgenti per risolvere definitivamente l’annoso problema del precariato che lo scriteriato Piano di Assunzioni 2015/16 non è stato in grado di risolvere fornendo alle Scuole troppi insegnanti di cui non avevano bisogno e privandole di docenti in grado di risolvere le effettive criticità, con particolare riferimento all’emergenza del sostegno. Troppi sono ad oggi gli aventi diritto alla stabilizzazione nelle GAE, per cui è necessario un nuovopiano organico di assunzioniche gestisca una necessaria fase transitoria nell’anno 2017. Significativo è il richiamo a un piano transitorio per le assunzioni nelMezzogiornoche restituisca fiducia nel valore della Scuola e, nello stesso tempo, contrasti efficacemente ladispersione scolastica,a partire dalla generalizzazione della scuola dell’Infanzia. In quest’ottica, ilpotenziamento,previsto per tutti gli Ordini di Scuola, deve essere assegnato anche alla Scuoladell’Infanzia, che ingiustamente ne è stata privata.
Alla luce delle predette motivazioni, si RICHIEDE da subito, onde evitare il perpetuarsi di situazioni che possano ulteriormente ledere i legittimi diritti dei precari storici residuali GAE, che si faccia ricorso senza ulteriore indugio allo strumento del RUOLO GIURIDICO dal corrente anno scolastico con la conseguente effettuazione dell’anno di prova, attingendo ai posti in deroga che sono stati assegnati ai precari delle GAE specializzati sul sostegno. Analogamente si richiede che anche le supplenze annuali che sono state attribuite in tutte le altre classi di concorso abbiano il riconoscimento del RUOLO GIURIDICO a decorrere dall’anno scolastico 2016/17. Analogo ricorso al ruolo giuridico va garantito ai docenti vincitori del concorso 2016 e ai docenti che lavoreranno su supplenze brevi e saltuarie raggiungendo i 180 giorni di servizio.
In questo modo non solo non sarebbe ulteriormente appesantito il bilancio dello Stato ma si otterrebbe il fondamentale risultato di mettere ogni singola Istituzione Scolastica in condizione di sopperire alla generalizzata carenza di insegnanti e di garantire agli studenti un’offerta didattica e formativa finalmente adeguata e rispondente alle legittime istanze delle famiglie.
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