Nastrini, deportarti o esiliati chiedono a gran voce di rientrare nelle province dove erano inseriti in graduatoria, dimenticando volutamente che la domanda di assunzione era volontaria e non forzata e obbligatoria come vorrebbero far credere, ovvero hanno accettato le regole imposte dal piano di assunzione straordinaria e quindi il sistema di reclutamento previsto dalla 107/15.
Vogliamo ricordare, ancora una volta, che la presentazione della domanda, che si poteva effettuare entro 14/08/15, garantiva l’assunzione e la conseguente stabilizzazione sulla base di una graduatoria nazionale, tanto è vero, che occorreva indicare tutte le 100 province in ordine di preferenza, ma sembra proprio che l’abbiano volutamente dimenticato.
È palese che nel presentare una domanda, vi è stata una chiara ed evindente volontarietà di essere assunto su base nazionale, come evidente risulta l’accettazione delle regole e della legge 107/15.
Quindi, se da una parte, risulta vero, che tale piano ha svalutato la professionalità del docente e non solo quello precario, dall’altra risulta anche veritiero che coloro che non hanno fatto fallire la 107/15, hanno deciso volutamente di far si che fosse svalutata l’intera categoria, danneggiando se stessi e i colleghi precari e di ruolo.
Ci preme ricordare che il sistema di reclutamento previgente era ed è fondato su un meccanismo di graduazione determinato dalla combinazione di diversi fattori, quali punteggio, profilo professionale, anzianità di servizio, territorio provinciale, che il piano assunzionale ha stravolto, poiché non ha rispettato la graduazione prevista per coloro che risultavano inseriti nelle GAE, così persino l’ultimo in qualche graduatoria è passato di ruolo, mentre il primo risulta ancora posteggiato in GAE e che avrebbe dovuto essere immesso per primo, ma a distanza di quasi tre anni dalla emanazione della 107/15 risulta ancora precario.
È evidente che il ritorno nella propria provincia richiesto dai vari comitati risulta lesivo, ma anche una beffa per coloro che non potevano e non hanno accettato le regole della 107/15, basti pensare a tutti quei docenti che vivono e vivevano condizioni familiari dove vi erano parenti diversamente abili o che erano sottoposti a terapie mediche nel proprio territorio.
Non considerando che grazie all’appoggio di diverse sigle sindacali, nonché di politici di questo governo, in tutti questi anni hanno avuto agevolazioni che non erano previste all’emanazione della 107/15 e molti di questi non sono mai partiti nella sede assegnata o sono stati assegnati grazie ad una mobilità astrusa, in quanto abbiamo costatato che diversi hanno ottenuto la mobilità sul potenziamento, persino dove le cattedre relative alla disciplina impartita risultavano in esubero, esubero che ‘magicamente’ è sparito, quando questi sono stati assegnati in una cattedra sulla propria disciplina.
è ancora palese, che non solo loro, ritengono che la contrattazione in atto, di fatto, svilisca l’intera categoria producendo nuovi oneri per qualsiasi docente a fronte di un aumento salariale vergognoso, che non rispetta nemmeno l’indice di inflazione programmata dal 2009 ad oggi.
Ci chiediamo come si possa nuovamente richiedere l’unità della categoria, considerando che vi sono interessi contrapposti e palesi, soprattutto quando non si vuole ammettere i propri errori e si chiedono nuove sanatorie che colpiscono in prima persona tanti colleghi, magari più anziani sia di età che per servizio prestato.
Rudy Guzman per il Comitato Nazionale Docenti iscritti in GAE (Co.N.GAE)