Nel DdL scuola gli organi collegiali di istituto sono degradati da organi di governo delle istituzioni scolastiche ad inutili organismi consultivi senza alcun potere.
Con l’aggravante, che il dirigente scolastico continuerebbe ad essere espressione di una scelta dell’amministrazione centrale senza possibilità di autogestione da parte della singola istituzione scolastica.
Il consiglio di istituto e il collegio dei docenti, infatti, nel DdL non sarebbero più gli organi deliberanti in materia del Piano dell’Offerta Formativa, ma diventerebbero organi meramente consultivi.
Il dirigente scolastico assumerebbe il pieno controllo del Pof, lo elaborerebbe e lo approverebbe in piena autonomia. Il DdL rafforzerebbe quindi la funzione del dirigente scolastico a scapito degli organi collegiali e di una effettiva autonomia didattica.
Cosa accadrebbe in caso di discordanza tra la visione educativa del Ds e quella del collegio docenti?
Prevarrebbe quella autoritaria del dirigente o quella democratica dell’intera comunità scolastica?
Non è possibile l’imposizione dirigenziale delle finalità educative di un istituto.
Tale visione autoritaria è fuori dalle elementari condizioni di libertà di insegnamento che la Costituzione riconosce al docente, oltre che essere elemento estraneo alla nostra democrazia.
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