Le ragazze tra i 17 e i 19 anni, secondo una ricerca dell’università La Sapienza, sarebbero più insicure dei loro coetanei, più pessimiste sul futuro e soprattutto frenate dalla sensazione che la loro voce non sia ascoltata.
Ma non solo. Avrebbero pure meno fiducia nella possibilità che il mondo del lavoro offra loro spazi per mettersi alla prova rispetto agli studenti della stessa età. Soprattutto quelle del sud percepiscono più forte la mancanza di considerazione.
Tutti però, sia ragazzi che ragazze, hanno più dubbi che negli anni passati su cosa fare dopo la scuola.
Il 5,5% in più, rispetto ai coetanei dell’anno prima, pensa di non iscriversi a un corso di laurea dopo la maturità.
Per quanto riguarda la facoltà, gli studenti scelgono più in base agli interessi personali che alle prospettive di lavoro. I giovani sono molto più impegnati che in passato nelle associazioni: si è passati dal 10% del 2016 al 24% nel 2019. Un fatto molto positivo, secondo i ricercatori.
Solo il 48% però ritiene che il proprio futuro sarà migliore di quello dei propri genitori, ma la maggioranza, il 54% ritiene che ai propri figli andrà meglio. Questi ragazzi sembrano percepirsi quasi come una “generazione di mezzo”, di passaggio fra l’era del welfare e quella della digitalizzazione delle professioni.
In aumento i bocciati a scuola, il 2% in più dell’anno scolastico precedente. Quelli respinti almeno una volta sono il 10% degli intervistati, l’84 per cento sempre promossi.
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