La chiusura delle scuole sta comportando un risparmio notevole risparmio di soldi, su più versanti: oltre a quelli di una parte del Fondo d’istituto, ci sono i costi “vivi”, riguardanti le bollette di luce, gas e telefono, le mense, i trasporti e molto altro. È bene che questi soldi rimangano a disposizione delle scuole per realizzare investimenti finanziari per potenziare i servizi degli stessi istituti e incentivare il personale. L’interessante proposta è di Giorgio Germani, presidente dell’Anquap, l’Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche, per far sì che da questo momento critico si possano creare le basi per un miglioramento sostanziale nel campo dell’istruzione.
Meno costi
Il sindcalista sostiene che la condizione di chiusura degli edifici scolastici, salvo motivi indifferibili che obbligano i presidi all’apertura per qualche ora, “si protrae ormai dall’inizio del mese di marzo” ed “è destinata a proseguire almeno sino al 3 maggio 2020 e probabilmente anche oltre”.
Secondo Germani, siamo di fronte ad una situazione che comporta “alcuni effetti concreti che hanno rilevante significato su riduzione di costi e diminuzione di rischi”.
In effetti, anche se si dovesse risparmiare un cifra minima di 30 mila euro al mese, sommando tutte le “voci”, in soli 60 giorni si arriverebbe a mettere da parte un gruzzoletto niente male, vicino al mezzo miliardo.
L’elenco dei risparmi
“Le riduzioni di spesa – ricorda il sindacalista che nella scuola difende principalmente il personale Ata – hanno diretta incidenza sulle scuole (e sugli enti locali) per quanto concerne: i trasporti e il servizio mensa; l’assistenza agli alunni diversamente abili; il consumo di acqua luce, gas e telefono; la produzione e smaltimento dei rifiuti; gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria; la sorveglianza e le pulizie”.
La lista delle spese non effettuate nelle ultimi settimane è lunga: “L’acquisto di beni per il funzionamento didattico e amministrativo con riferimento a materiale di consumo e attrezzature per aule, laboratori e palestre; le supplenze dei collaboratori scolastici e in parte anche di personale docente e amministrativo; le prestazioni aggiuntive di tutto il personale; i rimborsi per l’accompagnamento degli alunni nei viaggi di istruzione e nelle visite guidate; i contratti di prestazione d’opera con gli esperti per progetti e ampliamento dell’offerta formativa. Ed altro ancora”.
Le mancate spese indirette
Poi ci sono le mancate spese di tipo indiretto: “gli edifici chiusi – continua Germani – determinano anche una riduzione dei rischi di infortunio degli alunni e del personale nei locali scolastici e relative pertinenze, nonché di eventuali responsabilità connesse alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: culpa in vigilando, danno a terzi”.
Ma anche “il mancato spostamento per e dalle scuole comporta anche una riduzione del rischio per gli infortuni in itinere: non si spostano all’interno dei Comuni e tra Comuni oltre otto milioni di alunni (più gli accompagnatori) e oltre un milione di dipendenti”.
La proposta: capitalizzare per le scuole
Secondo il leader dell’Anquap, “questa riduzione dei costi e diminuzione dei rischi andrebbe quantificata e capitalizzata per procedere ad importanti investimenti finanziari da realizzare per le scuole e il personale che vi lavora”.
Si va dalla “messa in sicurezza degli edifici scolastici” all’incremento “dei fondi per il funzionamento amministrativo e didattico”. Germani, quindi, auspica “più finanziamenti per il trattamento economico di dirigenti, direttori, docenti e personale ata; incremento di organico di assistenti tecnici (anche nel primi ciclo); istituzione dell’organico dei coordinatori amministrativi; nuove regole di reclutamento per il personale Ata (soprattutto per amministrativi e tecnici); colloquio inter-operativo tra i sistemi informativi delle amministrazioni pubbliche; reale e massiccia sburocratizzazione e semplificazione delle procedure e del sistema dei controlli sui provvedimenti amministrativi”.
La morale è chiara: bisogna organizzarsi per quantificare e capitalizzare la riduzione dei costi che si sta registrando in queste settimane, in modo da realizzare importanti investimenti finanziari a beneficio delle scuole e di chi vi opera quotidianamente.