Sono stati osservati, per più di 1200 ore, i comportamenti dei ragazzi in ambienti e situazioni diverse tra loro: in una scuola specializzata in disturbi dell’apprendimento di Baltimora, nel Maryland; e alcune strutture scolastiche pubbliche di Denver, in Colorado. Sotto la lente: gli spazi dedicati ai più piccoli in zone alberate; le aree naturali utilizzate per le lezioni di materie scientifiche; le attività di giardinaggio volontarie dei più grandi.
Tra i bambini più piccoli della scuola elementare di Baltimora – liberamente impegnati in attività esplorative – il 96 per cento ha scelto di giocare nel bosco, preferendolo a un parco giochi o a un campo di atletica. Ma anche tra i più grandi si è riscontrata una spiccata propensione per le attività cooperative e di relazione, come la costruzione di rifugi e lo scambio di oggetti trovati.
Gli insegnanti di Baltimora hanno riscontrato che, al ritorno dall’uscita in giardino, i ragazzi erano più attenti e meno stressati. Il 25% di loro ha spontaneamente definito “pacifica” e “tranquilla” l’area verde. Il 46% dei ragazzi che si sono dedicati al giardinaggio ha individuato quattro concetti-chiave per definire positivamente l’esperienza: stare all’aria aperta, sentirsi in contatto con un sistema naturale vivente, prendersi cura con successo di esseri viventi, avere tempo per stare in pace con se stessi.
“In più di 700 ore di osservazioni condotte nello spazio esterno verde della scuola di Denver, non sono stati registrati comportamenti incivili”, ha concluso la Professoressa Chawla. “Al contrario episodi di litigi e maleducazione sono stati frequenti al chiuso, come accade in molte scuole”.
Un’indicazione chiarissima per chi, a tutte le latitudini, si deve occupare di edilizia scolastica…