Attualità

Le scuole devono riaprire. L’Onu: “Si rischia una catastrofe generazionale”

Una “catastrofe generazionale“. Si tratta dell’allarme
lanciato dal segretario generale dell’Onu Antonio
Guterres
in un videomessaggio pubblicato sul suo account Twitter. Una
constatazione che sicuramente

E’ chiaro il segnale lanciato dall’ONU: riaprire le scuole è un
obiettivo prioritario per i paesi di tutto il mondo
. La didattica a
distanza in alcuni casi ha funzionato in altri no. Ma non potrà mai sostituire
la didattica in presenza.

 

La pandemia ha messo in ginocchio i Paesi più deboli. Ma non solo

A metà luglio le scuole sono state chiuse ad oltre un miliardo di studenti in 160 Paesi e oltre 40 milioni di bambini hanno perso la possibilità di frequentare materna e asilo. Prima della pandemia, ha riferito Guterres, c’erano già “250 milioni di bambini che non potevano andare a scuola e nei pesi in via di sviluppo soltanto un quarto degli studenti delle scuole secondarie avevano accesso ad un’istruzione di base”.

E’ chiaro che una pandemia del genere con chiusure delle scuole in paesi più in difficoltà è deleterio. Ma anche gli Stati più solidi hanno accusato il colpo e stanno provando a correre ai ripari.

In Italia tanti problemi. Ma si partirà il 14 settembre

In Italia, seppur con molti problemi, si sta lavorando per la riapertura in presenza prevista il 14 settembre. E a proposito di riapertura scuole, anche il presidente della Repubblica Mattarella ha messo in cima alla lista dei settori prioritari la scuola: “E’ in gioco il futuro, un futuro che richiede determinazione”, dice Mattarella. I nostri ragazzi hanno patito un anno di disagio. Il sistema Italia non può permettersi di dissipare altre energie in questo campo. Lo sviluppo della nostra società subirebbe un danno incalcolabile. L’apertura regolare delle scuole è un obiettivo primario. L’Italia deve raccogliere la sfida e deve essere fatto ogni sforzo”.

Le linee guida ci sono, anche se molto criticate. Anche quelle per la fascia 0-6 sono state pubblicate. E sono pronte anche quelle per la didattica digitale integrata. Resta solo il protocollo di sicurezza in dirittura d’arrivo (forse).

Fabrizio De Angelis

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