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Le scuole? Edifici vecchi e senza manutenzione

“Uno studente che oggi entra nel mondo della scuola ha grosse possibilità di ritrovarsi in un edificio vecchio (il 52,82% è stato costruito prima del 1974, anno in cui la legge ha stabilito i criteri di edilizia antisismica), privo di manutenzione (solo il 47,11% ha goduto d’interventi di cura straordinaria negli ultimi cinque anni e il 23,62% necessita d’interventi urgenti) e con bassa possibilità di avere strutture sportive (gli edifici privi di questo tipo di strutture sono ben 36,57%, a fronte del 15,71% del 2006)”. Nel 2008 è ancora questa la situazione della scuola italiana dal punto di vista della sicurezza degli immobili e della qualità dei servizi offerti agli studenti: la brutta “fotografia” arriva da Legambiente, che anche quest’anno, per l’ottava volta, ha realizzato il rapporto “Ecosistema Scuola 2008”, specifico sull’edilizia e i servizi scolastici nel nostro Paese. Un’iniziativa svolta in corrispondenza dell’iniziativa “Nontiscordardimé”, la giornata che sabato 15 marzo ha visto docenti, genitori studenti coinvolti nella pulizia di oltre 1700 istituti italiani.
A leggere il rapporto c’è poco da stare allegri: sembra di entrare in istituti collocati in paesi arretrati o d’altri tempi: “In tre casi su quattro – dice Legambiente – la scuola è collocata in una zona ad alto rischio sismico (75,04%) e la metà delle volte non ha il certificato di agibilità statica né quello di prevenzione incendi. Sarà però assai probabile trovarsi di fronte a buone condizioni igieniche, visto che tre volte su quattro la scuola possiede il certificato igienico-sanitario e anche gli impianti elettrici non saranno un rischio elevato (a norma nell’85,61% dei casi)”.
Gli istituti continuano poi ad operare in ambienti molto rumorosi e incompatibili con l’attività didattica: il 2,63% delle scuole dell’obbligo e l’11,5% degli istituti superiori “si trovano a meno di 200 metri da una fonte d’inquinamento acustico”. L’associazione ambientalista sottolinea anche “il mancato sviluppo dell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica, che avrebbe dovuto fornire una serie di dati aggiornati sullo stato degli edifici scolastici e l’assenza di un monitoraggio costante del patrimonio edilizio che oltre ad essere bene materiale, è anche bene educativo e sociale”.
A livello geografico le migliori situazioni strutturali scolastiche appartengono al Centro e al Nord, mentre al Sud tranne due eccezioni (Lecce e Vibo Valentia) c’è ancora tanto da fare. 
Il centro cittadino che anche quest’anno si è vista assegnare il primo posto è stata Prato, “per la qualità degli edifici scolastici, tutti per lo più di recente costruzione, per la raccolta differenziata molto diffusa e per l’impiego di pannelli fotovoltaici e impianti geotermici”. Buone notizie anche da Asti (nel capoluogo valdostano “circa il 57% degli edifici ha avuto interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni e le pratiche ecocompatibili come raccolta differenziata e prodotti biologici sono molto diffuse”), Forlì, dove risiede un ufficio appositamente “dedicato alla manutenzione dell’edilizia scolastica, che va dalla progettazione alla gestione delle pratiche di prevenzione e certificazione”. Seguono Livorno, Biella, Parma, Macerata, Siena, Verbania e Mantova.
Complessivamente male i capoluoghi di regione: Torino si classifica al 24simo posto, Roma al 26simo, Napoli al 53simo, Milano al 55simo e Palermo al 69simo. Chiudono la classifica Genova, Sassari e Catania.
Alessandro Giuliani

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