Da tempo i collaboratori dei dirigenti scolastici sono alla ricerca di un riconoscimento pieno delle loro funzioni. Specie in situazioni di reggenza, il preside non può assolutamente coprire tutti gli impegni e gli obblighi che ne derivano dalla sua figura. Nella giornata del 18 luglio, l’Associazione Nazionale dei Collaboratori dei Dirigenti Scolastici (ANCODIS), ha incontrato a Palazzo Montecitorio le On.li Azzolina, Casa e Villani componenti del Movimento 5 Stelle nella VII Commissione Cultura, Scienza ed Istruzione della Camera. In tale circostanza, i collaboratori dei Ds hanno presentato le loro proposte in merito alla figura del vicario.
Riconocere l’attività dei collaboratori, per ANCODIS, risulta essere necessario: l’obiettivo è quello di arrivare ad una vera e propria figura intermedia fra dirigente scolastico e docente: “considerato il ruolo, le mansioni e le responsabilità in ciascuna autonoma Istituzione Scolastica di quanti svolgono attività di collaborazione al Dirigente Scolastico nell’ambito gestionale ed organizzativo, scrive ANCODIS, al fine di dare un legittimo riconoscimento alla figura dei docenti Collaboratori (Collaboratore Vicario, 2° Collaboratore, Responsabili/Fiduciari di plesso), propongono ai Componenti delle Commissioni Cultura della Camera il riconoscimento giuridico in un inquadramento intermedio (middle management scolastico) tra la figura del Dirigente e quella del corpo docente.”
Questa figura di middle management, servirebbe innanzitutto a riconoscere in maniera ufficiale il lavoro, spesso immenso, di tutti quei docenti a cui sono affidati incarichi di collaborazione.
In questo modo si dovrebbe avere un distinto inquadramento giuridico in merito alla carriera, alla retribuzione ed alla valutazione.
Si andrebbe ad incentivare la motivazione di diventare collaboratori dei presidi: avere un ruolo ben riconosciuto e remunerato può senza dubbio aumentare l’appeal del corpo docente.
Infatti, secondo l’associazione dei collaboratori dei Ds, “a differenza dei più evoluti sistemi scolastici europei, il sistema scolastico italiano non prevede nulla per l’attivazione di una motivazione alla collaborazione del personale docente poiché sono inadeguati i meccanismi premiali attivabili direttamente dal dirigente e mancano quelli relativi al riconoscimento dello status giuridico”.
L’ANCODIS pertanto vuole far leva prima di tutto sul primo dei collaboratori dei dirigenti: il vicepreside: non si può più rimandare il riconoscimento giuridico della funzione vicaria (oggi solo di fatto!) in caso di assenza e/o impedimento ed il distaccamento dall’attività di docenza in TUTTE le scuole attraverso la razionalizzazione dell’organico dell’autonomia”.
“Oggi il Collaboratore spesso si trova a dover essere impegnato in attività di insegnamento, viene spesso distratto dalla lezione a danno dei propri alunni ed – in caso di assenza o impedimento del DS – si trova nella condizione di non poter compiere determinati atti, seppure necessari per l’ordinario funzionamento della Istituzione Scolastica”.
Pertanto, la soluzione potrebbe essere quella di concedere il distaccamento ai collaboratori dei presidi e di “riaprire la possibilità di inserimento nelle graduatorie degli incarichi di presidenza con la cancellazione dell’articolo 1-sexies del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 marzo 2005, n. 43 per il prossimo biennio in attesa del completamento delle procedure concorsuali”, scrive l’ANCODIS.
A prescindere dalla proposta di ANCODIS, il problema delle reggenze e della gestione delle scuole resta comunque aperto: nonostante il concorso dirigenti scolastici che dovrebbe sfornare presidi nuovi, per settembre sono previste ancora molte reggenze, poco meno di 2mila.
Infatti, i 2425 posti messi a bando per il concorso, saranno effettivi dal 2019/2020, quando tutti i vincitori saranno immessi in ruolo.
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