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Le scuole paritarie che “chiudono a centinaia”? Solo moria presunta

“Aiuto, spariscono le scuole paritarie”: così scrive Emanuele Boffi su LaVerità del 29 ottobre.

“Ogni anno chiudono alcune centinaia di istituti paritari di ogni ordine e grado” aveva scritto il giorno prima Marco Lepore su il sussidiario.net.

I dati di riferimento dei due autori sono quelli contenuti nel recente “XX Rapporto del Centro Studi per la Scuola Cattolica”.

In realtà la situazione non è nei termini allarmati o allarmistici sopra riportati. Visti obbiettivamente – o da altro punto di vista – i dati del CSSC non hanno affatto la lettura drammatica indicata.

Certamente ci sono chiusure di scuole e calo di iscrizioni, ma i dati vanno considerati in percentuale, riferiti a congrui intervalli temporali e rapportati alla parallela situazione delle scuole statali. Anche calo delle nascite, secolarizzazione della società, calo delle vocazioni religiose, crisi economica ancora non risolta hanno influenza e determinano la situazione.

Riferendosi ai dati nelle tabelle del citato XX Rapporto CSSC e a pochi altri valgono le considerazioni che seguono.

Primo. In tabella 1 del XX Rapporto è riportato che le scuole paritarie, che nell’a.s. 2016-17 risultano 12.996, erano 8.710 nell’a.s. 2000-01; in meno di vent’anni sono aumentate del 50% circa. È anche vero che il loro numero crebbe e superò quota 13.000 nel 2007-08 (il ministro era Gelmini) e che c’è una tendenza calante nell’ultimo lustro. Nell’ultimo anno il calo è stato di 271 unità, ma è irrealistico pensare a una chiusura “fallimentare” (?) di tutte e ipotizzate di dover “sborsare di colpo 10 miliardi”.

Secondo. Caratteristica delle paritarie è quella di essere minuscole come consistenza numerica degli alunni iscritti. La tabella 4 riporta una media di 73,4 alunni per scuola e una media di 3,5 classi per scuola. Questo parametro viene regolarmente omesso quando il “gruppo di pressione pro-paritarie” lamenta e grida la chiusura delle sue scuole. Così come viene omesso il raffronto in percentuale con le scuole statali. Infatti abbiamo, ad esempio,  “Anno scolastico 2018/19, emorragia alunni: – 75mila in un solo anno”.

Terzo. Per quanto riguarda il numero di iscritti, un articolo precedente dello stesso Marco Lepore e di Paola Guerin (2014?) riporta che la percentuale degli alunni iscritti alle paritarie nel 2006 era pari all’11,5% del totale e confrontato col il 10,4% odierno rappresenta una diminuzione dell’1,1% in 12 anni.

Mediamente perciò il calo degli alunni è di circa – 0,092% annuo ovvero meno 9.200 alunni/anno su un milione; poiché le paritarie sono scese a 12.662 ciò corrisponde a – 0,72 alunni/anno per scuola. Se si considera che siamo in situazione di denatalità e che le paritarie sono concentrate nel settore infanzia, se ne deve concludere che la situazione rispetto alle statali è stabile a meno di qualche decimo di percentuale, ovvero di qualche permille.

Da notare una certa difficoltà nel confrontare i dati perché quelli delle paritarie vengono diffusi dal Miur con un anno di ritardo e sono complessivi, cioè non disaggregati fra paritarie cattoliche e paritarie laiche o non-cattoliche.

Vincenzo Pascuzzi

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