Anche le paritarie entrano, secondo Eduscopio, tra le migliori scuole italiane grazie soprattutto alla maggiore flessibilità nella scelta dei docenti e all’autonomia rafforzata.
Lo scrive Il Sole 24 Ore che ricorda pure la loro distribuzione sul territorio nazionale.
Esse sono infatti 12.662 (contro le 40mile statali) e accolgono circa 900mila ragazzi (879.158, per la precisione – la fetta principale, 541.447, sono nel segmento infanzia, nidi e materne). Il settore impiega circa 90mila docenti, mentre il loro finanziamento è stato riportato, su input dell’ex sottosegretario al Miur, Gabriele Toccafondi, a 500 milioni annui; sono previsti 25 milioni aggiuntivi per inserire studenti con handicap; e con l’avvio del nuovo sistema integrato 0-6 anni c’è pure uno stanziamento ad hoc per abbattere le rette o aumentare i posti.
Tuttavia, precisa Il Sole, come si spiega la collocazione, in alcune realtà regionali come la Lombardia, di tanti istituti privati in vetta alle classifiche stilate dalla Fondazione Agnelli?
La spiegazione starebbe in “un contesto di autonomia rafforzata che le paritarie finiscono spesso per avere rispetto alle scuole statali. Si pensi alla scelta dei docenti. Che di fatto possono essere individuati interamente con chiamata diretta purché in possesso di abilitazione. Quella stessa chiamata diretta che per gli istituti statali è stata prima depotenziata e poi congelata probabilmente per sempre. Oltre al fatto che sono «scuole di scelta» da parte delle famiglie come ricorda Luisa Ribolzi, sociologa dell’educazione: «Nelle scuole paritarie – sottolinea – se la “voice” delle famiglie non viene ascoltata possono passare all’exit»”.
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