Così titolava la copertina del settimanale Tempi del 24 ottobre 2015: “Abbiamo trovato 17 miliardi – Cosa significa applicare il costo standard / «garantire la libertà di scelta e creare efficienza » / Ce lo spiegano tre esperti”.
All’interno della rivista, Daniele Guarneri, nell’articolo titolato “Come risparmiare 17 miliardi di euro (diciassette) rendendo la scuola davvero libera”, descriveva e recensiva il fascicolo (o saggio o pamphlet) “Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato”: si tratta delle scuole private paritarie cattoliche che con il meccanismo del “costo standard” aspirano ad ottenere la parità economica (peraltro esclusa dall’art. 33 Cost.) con le scuole statali, cioè private ma a carico dello Stato.
L’articolo di Garneri si conclude con questo paragrafo:
“Venendo ai conti. Gli autori propongono due ipotesi: la prima in cui la popolazione degli studenti è suddivisa tra famiglie bisognose (20 per cento) e famiglie abbienti (80 per cento) le quali contribuiscono per il 30 per cento del costo standard di sostenibilità per studente (un contributo, naturalmente, che non si allontana da quello che oggi spendono per mandare i figli a scuola pagando l’iscrizione, i libri e le tasse). Così facendo per le famiglie bisognose lo Stato interverrà per la cifra intera del costo standard (4.573,91 euro per la scuola dell’infanzia, 4.851,19 euro per la primaria, 6.968,90 euro per la secondaria di I grado e 6.314 euro per la secondaria di II grado); per le famiglie abbienti che possono concorrere alla spesa di istruzione, lo Stato interverrà per il 70 per cento del costo standard (3.201,73 euro per la scuola dell’infanzia, 3.395,84 euro per la primaria, 4.878,23 euro per la secondaria di I grado e 4.419,80 euro per la secondaria di II grado). Così facendo, il risparmio per lo Stato sarebbe di quasi 17 miliardi”.
I 17 mld sono il risultato approssimato della differenza: 55.169.000.000 – 38.347.989.316,26 dati riportati nella tabella policroma che precede la conclusione.
Sembra tutto filare liscio, tranquillo e senza scosse, ma il paragrafo sopra riportato include e in parte nasconde la sorpresa del ticket scolastico (chiamiamolo così) a carico dell’80% degli studenti delle scuole statali, la cui entità risulta pari al 30% del famigerato costo standard e che in cifra corrisponde a circa 1.700 euro/anno a studente.
La tabella che segue riporta ed elabora i dati indicati da Guarneri.
Il “costo standard” farebbe risparmiare allo Stato 17 mld di euro ma richiede un ticket scolastico annuo di circa 1.700 euro a ogni studente delle scuole statali se appartenente a famiglie non bisognose o abbienti! |
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Costo standard / tichet
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Stato / ticket | Scuola infanzia | Scuola primaria | Secondaria I grado | Secondaria II grado |
Famiglie bisognose 20% |
Stato 100% |
4.573,91 | 4.851,19 | 6.968,90 | 6.314,00 |
Ticket 0% |
0 | 0 | 0 | 0 | |
Famiglie abbienti 80% |
Stato 70% |
3.201,73 | 3.395,84 | 4.878,23 | 4.419,80 |
Ticket 30%
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1.372,17 | 1.455,36 | 2.090,67 | 1.894,20 |