Tanta amarezza. È quella che trapela dalla Fism, la Federazione Italiana Scuole Materne, per la mancata attuazione della Legge 62 del 2000 che avrebbe dovuto sancire la sostanziale parità fra scuola statale e scuola paritaria: sono passati vent’anni da quella legge, ma “quella che già l’allora ministro Giovanni Berlinguer definiva una ‘riforma incompiuta’, resta tale”, scrive la Fism presentando il suo congresso nazionale, che si svolgerà a Roma dal 13 al 16 novembre.
Ad aprire i lavori sarà la partecipazione all’udienza di Papa Francesco. “Uguali doveri, diritti diversi” è il titolo del Congresso nazionale.
“Ci sono elementi che non si possono ignorare come il calo demografico, la situazione di moltissime famiglie attanagliate dalla crisi, le amministrazioni comunali vincolate ai patti di stabilità, le difficoltà che non risparmiano fondazioni o congregazioni religiose, ma la nostra volontà è quella di mantenere le nostre scuole aperte a tutti, perché sono realtà che vogliono includere”, ha detto il segretario nazionale della Fism Luigi Morgano.
Per il segretario nazionale “quello delle rette è un tema serio. E l’intervento dello Stato per le sue scuole e quelle definite paritarie, molte gestite da realtà religiose, ma pure comunali, è discriminatorio”.
“Lo Stato – spiega Morgano – versa poco più di 290 milioni per le nostre scuole frequentate da 450 mila bambini per circa 220 giorni all’anno, fanno più o meno 2 euro al giorno, come si può definirlo un sostegno adeguato?”.
La lamentela riguarda il gap di finanziamenti concessi alla scuola paritarie rispetto a quella statale. “La distanza fra il costo del bambino nella scuola dell’infanzia statale e nella paritaria fa riflettere: supera di 6.000 nella prima, mentre l’entità di contributo è di meno di 500 euro nella seconda”, dice il segretario nazionale della federazione delle scuole materne.
“Si aggiunga che resiste nell’opinione pubblica – ha continuato Morgano – la percezione che ritiene quella statale l’unica legittima destinataria del sostegno centrale, e qui c’è l’eredità di un’ideologia che a lungo ha combattuto un pluralismo”.
“Confidiamo che a 45 anni dalla nascita della Fism cambi qualcosa per queste 9.000 realtà educative e di istruzione (tra scuole dell’infanzia, sezioni primavera, nidi e micro-nidi) e 40.000 persone che ci lavorano con passione”.
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