Sono le 13 “scuole riparative”, scuole cioè che affiancano alle sanzioni tradizionali lo strumento della mediazione e offrono agli studenti l’opportunità di un confronto in uno spazio protetto di ascolto e di parola, con l’accompagnamento di un mediatore. In occasione dell’incontro svoltosi in questi giorni a Milano con l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, presso l’istituto penale minorile “Cesare Beccaria”, è stato presentato il “Manifesto per le scuole riparative” che arriva alla conclusione della seconda edizione del progetto dell’Autorità garante “Riparare: conflitti e mediazione a scuola”, realizzato in collaborazione con la cooperativa Dike e l’Istituto Don Calabria.
Si tratta di un documento in 10 punti, che parte con l’affermazione della prospettiva della riparazione attraverso la mediazione per affrontare i conflitti, quelli che nascono nella comunità scolastica e coinvolgono studenti, professori, genitori, dirigenti scolastici, personale Ata e personale amministrativo.
“La mediazione rappresenta anche una risposta al bullismo e al cyberbullismo e costituisce una risorsa preziosa non solo in ambito scolastico, ma anche come modalità per affrontare la vita e costruire un mondo migliore nel quale la gestione dei conflitti passi attraverso il dialogo e la comunicazione delle emozioni, trasformandosi in opportunità di cooperazione e crescita”, ha affermato Garlatti.
Dal Nord al Sud del Paese, ecco l’elenco delle “scuole riparative”: Istituto comprensivo “Pellico” di Arluno (Milano), Istituto comprensivo “Alzavole” di Roma, Istituto comprensivo “Torre” di Pordenone, Istituto comprensivo “Marino Santa Rosa” di Napoli, Istituto comprensivo “Albenga” di Albenga (Savona), Istituto comprensivo “Giovanni Giannone” di Pulsano (Taranto), Istituto comprensivo “Salvatore Farina” di Sassari, Istituto comprensivo “De Amicis – Bagaldi – San Lorenzo” di Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria), Istituto comprensivo “Federico II di Svevia” di Lagopesole Avigliano (Potenza), Liceo artistico “Passoni” di Torino, Istituto professionale provinciale alberghiero “Cesare Ritz” di Merano (Bolzano), Istituto comprensivo “Catullo” di Verona e Scuola ladina di Fassa della Val di Fassa (Trento).
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