Ad un mese e mezzo dal ritorno a scuola, le cifre del contagio aumentano in modo importante, come era prevedibile che fosse. Finalmente anche la scienza avvalora ciò che noi operatori della scuola sapevamo già da settembre. Vorrei che tutti coloro che hanno riversato la loro ottusa frustrazione sugli insegnanti, offesi e umiliati in ogni modo, chiedessero scusa … peccato che non lo faranno, perché chi offende in modo indiscriminato, lo fa solo grazie alla garanzia dell’immunità.
Vorrei che il governo chiedesse scusa per i banchi monoposto e le sedie a rotelle, grazie ai quali per mesi ha tranquillizzato gli italiani sulla sicurezza della scuola, lasciando gli insegnanti preoccupati in pasto alla ferocia della gente; vorrei che il governo si scusasse per le mascherine inutilizzabili con cui ha ritenuto assolto il proprio dovere di garantire ai lavoratori della scuola ed agli alunni un ambiente sicuro.
Vorrei che il governo, quello appena trascorso e quello attuale, si scusasse per non aver nemmeno preso in considerazione di abbassare il numero di alunni per classe, rifiutando di porre in essere l’unica vera misura anti COVID che potesse esistere.
Vorrei che il governo, quello passato e quello attuale, si scusasse per non aver previsto una veloce ed immediata vaccinazione per gli operatori della scuola, cui verrà destinato un vaccino tardivo e meno efficace, continuando a trascurare i rischi che tutti gli operatori della scuola corrono quotidianamente.
Vorrei che il governo, quello passato e quello attuale, si scusasse per tutti i proclami demagogici che hanno divulgato l’idea che la DAD equivalesse a tempo perso da recuperare invariabilmente a Pasqua, a giugno, luglio, settembre e Natale, senza il minimo rispetto per l’enorme sforzo fatto dal mondo della scuola per trasformare la didattica, cambiata certamente non grazie al lume della politica ed alle risorse messe in campo, ma solo per merito degli insegnanti.
Vorrei che il governo, quello passato e quello attuale, si scusasse per non aver mai ringraziato i docenti e i dirigenti che sono sempre stati al loro posto, soprattutto quando su di loro è stata riversata la responsabilità di ripensare tutta l’organizzazione scolastica nel giro di qualche giorno e senza alcuna risorsa aggiuntiva.
Vorrei che i media si scusassero per la narrazione tendenziosa e superficiale con cui hanno raccontato il mondo della scuola e per gli stereotipi che hanno diffuso in merito al vissuto dei ragazzi.
Vorrei infine scusarmi coi miei alunni, perché martedì, tornando in DAD, difficilmente riuscirò a comunicare loro la serena fiducia nel futuro di cui hanno tanto bisogno. Fatico a dimenticare e non voglio nemmeno farlo: un paese senza coscienza del passato, è un paese privo di futuro, incapace di responsabilità e coraggio prima di tutto nei confronti dei propri giovani!
Rossella Giovannini