Con una variazione di date che va dal 5 settembre, giorno in cui sono entrati in aula gli scolari di Bolzano al 19 quando saranno studenti e studentesse di Sicilia e Valle d’Aosta a varcare per ultimi in cancelli delle scuole, l’anno scolastico sta iniziando, con molte sfide, risorse da gestire, novità da mettere in campo.
Abbiamo chiesto ad alcuni Dirigenti Scolastici di istituti comprensivi, quali sono queste sfide e come intendono, tra le altre, rispondere alle indicazioni ministeriali per l’areazione delle aule (effettuare le attività preliminari di monitoraggio della qualità dell’aria e di individuazione delle soluzioni più efficaci da adottare nelle scuole) e al dibattito in corso tra queste ultime e la reazione delle Agenzie Regionali di Protezione Ambientale, che solo pochi giorni fa hanno comunemente dichiarato che è impossibile adempiere ad esse, invitando i dirigenti al buon senso, favorendo un costante ricambio di aria aprendo il più possibile le finestre.
Damiana Periotto, IC Aristide Gabelli, Torino, e Antonietta Mastrocinque, IC Castellamonte (Torino)
La prima sfida cruciale per noi è quella di recuperare le modalità relazionali pre Covid e progettare nuove metodologie didattiche, sfruttando le opportunità offerte dal PNRR e dai PON. Per quanto riguarda la questione areazione in entrambe le scuole che dirigiamo abbiamo la fortuna di avere molte finestre, che saranno pertanto frequentemente aperte. Naturalmente, allo stato attuale non possiamo prevedere le temperature invernali e quanto questo, anche considerando la diminuzione delle ore di riscaldamento, potrà influire sul benessere di bambini e bambine.
Marina Porta, IC Guido Galli, Milano
La sfida più importante è quella del ritorno alla normalità ma facendo tesoro di quanto appreso durante questi due anni di pandemia
Soprattutto utilizzare le competenze digitali acquisite per snellire e migliorare le procedure gestionali amministrative e sfruttare le stesse competenze nella didattica per includere, potenziare, migliorare e magari riorganizzare spazi e tempi di apprendimento per affrontare problemi sociali a livello globale.
Per quanto riguarda la questione controllo dell’aria, sono favorevole sì a controlli della qualità dell’aria al di là della situazione pandemica; questi si dovrebbero fare regolarmente perché le scuole non si trovano il più delle volte in zone pulite bensì traffico e combustioni li rendono ambienti irrespirabili. É vero che basterebbe un costante e periodico ricambio con riorganizzazione di spazi e tempi delle attività didattiche.
Alessandra Atanasio, IC Primo Levi, Rivoli (Torino)
Quest’anno la criticità maggiore è rappresentata dalla carenza di organico Ata, poiché la dotazione non è sufficiente ad assicurare la vigilanza e la pulizia dei locali. Per quanto riguarda il controllo dell’aria, in questo momento non sono in grado di dare risposte concrete, anche perché penso che sia materia che dovrebbero gestire Comuni e Province, non delegare il carico di lavoro ai dirigenti.
Massimiliano Branchini, IC Valmorea, Valmorea (Como)
L’inizio è complesso. Ci sono varie situazioni in sospeso. Mancano docenti titolari e soprattutto sul sostegno. Si sta completando incarico dei supplenti ma ci sono tempi di attesa. I posti necessari sul sostegno sono decisamente insufficienti rispetto alle assegnazioni e non sarà facile l’assegnazione. Partiamo senza restrizioni Covid ma non sappiamo cosa accadrà nei prossimi mesi. Per questo siamo prudenti e ci prepariamo al piano B nel caso di una diversa regolamentazione. Inoltre i mesi estivi sono stati difficile per riuscire a completare tutti gli interventi di manutenzione delle scuole e non si è arrivati in tempo a fare tutto per l’inizio della scuola. Abbiamo però la buona volontà di impegnarci e di affrontare la complessità per offrire il servizio migliore. La scarsità dei materiali e dalla mancanza di mano d’opera specializzata ha avuto ricadute anche sulla manutenzione della scuola. La crisi si riversa su tutti i settori
Per quanto riguarda i controlli sull’aria, ho fatto la richiesta ma cosa misurano? In che condizioni e soprattutto in caso di un risultato negativo cosa facciamo?
Roberta Manco, IC Ugento, Ugento (Lecce)
La sfida principale per questo anno scolastico sarà quella rafforzare la relazione educativa e formativa nelle diverse dimensioni nelle quali si articola e sviluppa: scuola famiglia, scuola territorio. In particolare l’ambiente di apprendimento è quello che più di altri ha risentito degli effetti della pandemia. A titolo esemplificativo Sarebbe opportuno, in primo luogo, prestare attenzione alla dimensione relazionale nel micro sistema scuola, ossia al rapporto tra docenti e tra docenti e studenti, con progetti specifici che coinvolgano l’intelligenza emotiva, l’empatia le soft skills. Ciò avrebbe indiscussi effetti positivi sulle dinamiche del gruppo classe e delle, ormai complesse, relazioni scuola famiglia. Ritengo che riflettere, lavorare e costruire solide relazioni personali, sociali, educative e formative sia una premessa imprescindibile per l’istituzione scolastica
Il monitoraggio della qualità dell’aria potrebbe essere un valido strumento per garantire la salubrità degli ambienti scolastici. Alla luce dei comunicati Arpa ritengo che sia fondamentale regolamentare accuratamente la collaborazione inter istituzionale, fornendo a ciascuno secondo le proprie competenze indicazioni chiare, strumenti idonei al fine di rendere maggiormente efficace ed efficiente l’azione amministrativa. Sebbene in astratto la disposizione si fonda sulla tutela di diritti fondamentali, allo stato attuale mi sembra che ci sia un lungo percorso da compiere.
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