Ho appena letto considerazioni e pensieri sulle sorta future dei nei dirigenti scolastici, alcune incomprensibili con richiami inutili al passato e idiomi per me volutamente incomprensibili, come “posizione atarassica, ma che non devono distrarre dal futuro le scuole e gli operatori. Ne ho dirette tante, ho partecipato a tanti contratti integrativi regionali per dirigenti scolastici, dicono anche, in modo esagerato che ho competenze perché ho scritto diversi libri sulla scuola.
A me non interessa infoltire il mio curriculo, ma far chiarezza sulla norma legislativa, sulla sua assurda applicazione e sulla mancanza di rispetto verso le scuole. Mi riferisco all’abuso dello scorrimento delle graduatorie, allo stato di disagio di tanti giovani neo colleghi non piagnoni, ma coraggiosi e al comportamento mancato di alcune associazioni di categoria che spuntano come i funghi all’alba e si nascondono al tramonto.
Do informazioni tecniche giuridiche sulle quali sono disponibile a confrontarmi, anzi pretendo che lo si faccia, in onore della dea verità! Cosa dice il regolamento sulle assegnazioni delle sedi? Dice che vanno assegnate in funzione della posizione delle graduatorie.
Perché i ripescati della stessa nomina scelgono sedi più favorevoli senza che nessuno reclami la tutela del diritto dei primi? Costoro ora fanno bene a reclamare una mobilità straordinaria, altro che banalità! Personalmente penso che potranno anche richiedere danni “senza posizioni atarassiche”. Sul tema della necessità di procedere rapidamente nelle nomine per scongiurare le reggenze, sostenuto dalla richiamata associazione, sono allibito. Quando contrattavo le reggenze potevano essere considerate per tanti dirigenti non sacrifici ma compensi e per le scuole in alternativa si auspicava la stabilità. Mi dite cari eminenti colleghi, senza atarassia, quale stabilità è stata raggiunta nelle scuole in cui sono stati inviati a forza neo dirigenti, spesso defraudati del proprio diritto di posizione solo perché l’amministrazione deve correre? Se ora loro chiedono di rientrare nel proprio territorio è assolutamente legittimo, come è bene che tacciano quanti raiano alla luna dei propri bisogni.
Giancarlo Marcelli
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