Anche le spese universitarie, scrive Il Sole 24Ore, entreranno nella dichiarazione precompilata 2016. Il progetto a cui sta lavorando l’agenzia delle Entrate potrebbe concretizzarsi a stretto giro con la diffusione del provvedimento con le modalità tecniche di invio telematico delle informazioni da parte degli atenei. Intanto, però, il Ddl di Stabilità dà un contributo in questa direzione perché punta a rimuovere uno degli ostacoli legati alla necessità di individuare per gli atenei privati il valore corrispondente alle tasse dell’università più vicina a quella del contribuente o del figlio a carico.
Il Ddl di Stabilità cerca di individuare una sorta di parametro di riferimento, delegando a un decreto del Miur la fissazione degli importi. In pratica si interviene a cambiare la norma del Testo unico stabilendo che la detrazione del 19% spetta per «le spese per frequenza di corsi di istruzione universitaria presso università statali e non statali, in misura non superiore, per le università non statali, a quella stabilita annualmente per ciascuna facoltà universitaria con decreto del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca da emanarsi entro il 31 dicembre, tenendo conto degli importi medi delle tasse e contributi dovuti alle università statali».
Quindi sarà compito del ministero definire l’ateneo pubblico di riferimento a cui parametrare le spese.
L’intervento nel Ddl di Stabilità consentirà di allargare, precisa Il Sole 24 Ore, la quantità dei dati caricati direttamente dalle Entrate nel 730 precompilato. Nel 2016 ci saranno anche le spese sanitarie, che riguardano secondo le ultime statistiche fiscali circa 15 milioni di pensionati e dipendenti (la platea di riferimento della precompilata), le spese funebri, quelle per la previdenza integrativa e le spese per lavori di ristrutturazione in casa e risparmio energetico fin dalla prima rata di detrazione (nel 2015, infatti, erano presenti solo dalla seconda in poi). Questo dovrebbe portare a ridurre la percentuale di integrazioni da parte dei contribuenti: secondo le previsioni iniziali dell’Agenzia la quota dovrebbe ridursi dal 72% del 2015 al 45% del prossimo anno.
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